17 giugno 2020 - 13:16

Navi vendute all’Egitto, Conte davanti alla commissione d’inchiesta sulla morte di Giulio Regeni

Il premier risponde alla convocazione e giovedì risponderà alle domande sulla vendita delle fregate per 1,2 miliardi. L’intervento di Zingaretti: il governo si muova ai massimi livelli per avere la verità

di Claudio Bozza

Navi vendute all'Egitto, Conte davanti alla commissione d'inchiesta sulla morte di Giulio Regeni Il premier Conte con Claudio e Paola Regeni, genitori di Giulio (foto d’archivio)
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Il premier Giuseppe Conte sarà sentito domani (giovedì 18 giugno) dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Giulio Regeni. L’audizione è in programma alle 22 a San Macuto. «Ringrazio il presidente del Consiglio per la risposta immediata in un momento cosi delicato», dice il presidente della commissione d’inchiesta Erasmo Palazzotto, che nei giorni scorsi, davanti alla notizia della vendita di due navi da guerra dall’Italia all’Egitto, aveva accusato: «Sono state tradite le promesse fatte alla famiglia di Giulio».

La vicenda delle due fregate militari costruite inizialmente da Fincantieri per la Marina Italiana e poi «dirottate» per 1,2 miliardi di dollari dal nostro governo verso Il Cairo ha innescato forti tensioni nella maggioranza, in particolare nel Pd e nel M5S. Oggi, dopo giorni di silenzio strategico vista la delicatezza del momento politico, sulla vicenda è intervenuto il leader del Partito democratico: «Noi non abbiamo mai legato la vicenda delle fregate italiane alla Marina egiziana all’idea di un possibile osceno scambio tra vendita di armi e diritti umani — scrive Nicola Zingaretti —. La notizia di un incontro tra la Procura di Roma e i magistrati della Procura generale de Il Cairo fissata per il 1 luglio è di grande rilevanza. Conferma quanto il mantenimento di rapporti con l’Egitto sia utile per proseguire la ricerca della verità sul caso di Giulio Regeni», il giovane ricercatore barbaramente ucciso e ritrovato cadavere il 3 febbraio del 2016.

Il segretario dem, incalzando politicamente Palazzo Chigi, fissa poi dei paletti precisi: «Nell’occasione dell’incontro però sarà di fondamentale importanza ricevere dalle autorità egiziane il “domicilio” legale di coloro che la Procura di Roma ha indagato dal dicembre 2018 per essere coinvolti nel sequestro e omicidio di Regeni. Non è un fatto tecnico — aggiunge Zingaretti —. In uno stato di diritto quale è l’Italia l’avvio di un processo è legato alla possibilità degli imputati di difendersi e quindi in primo luogo di essere avvertiti». E infine: «Il governo italiano deve essere coerente con l’affermata volontà di proseguire nella battaglia per la ricerca della verità. È di fondamentale importanza dunque che il governo con le figure preposte ai massimi livelli compia già dalle prossime ore, tutti i passi dovuti per ottenere dall’Egitto le condizioni elementari per avviare il processo e la possibilità di fare ulteriori passi in avanti nei rapporti bilaterali».

L’intervento di Zingaretti arriva dopo il durissimo sfogo, nei giorni scorsi, di Claudio e Paola Regeni, genitori di Giulio: «Su questa vicenda delle armi vendute all’Egitto ci sentiamo traditi dallo Stato italiano: il fuoco amico fa male».

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