24 marzo 2019 - 13:43

Conte esclude nuovi governi: «La mia esperienza termina con questo esecutivo»

Il premier assicura: «Dobbiamo sempre lavorare, senza sosta, con la massima concentrazione per individuare e selezionare gli interessi degli italiani e perseguirli»

di Marco Galluzzo

Conte esclude nuovi governi: «La mia esperienza termina con questo esecutivo»
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Lo vedono come un argine possibile alla crisi dei 5 Stelle e gliene chiedono conto. Un giorno si diffonde la voce che potrebbe candidarsi, fare un suo movimento, un altro che sarebbe pronto a dismettere l’abito del tecnico al servizio di una maggioranza e lanciarsi in un suo progetto politico. Giuseppe Conte smentisce tutto con sempre più frequenza. Ieri con queste parole: «Non ho la prospettiva di lavorare per una nuova esperienza di governo. La mia esperienza termina con questa. Quello che dobbiamo fare sino all’ultimo giorno in cui avremo questa responsabilità, è lavorare incessantemente, senza sosta, con la massima concentrazione per individuare e selezionare gli interessi degli italiani e perseguirli».

Avvocato di successo prima di andare a Palazzo Chigi, un servizio al Paese che significa certamente anche un sacrificio economico, oltre che in termini di qualità della vita, Conte non si proietta oltre un mandato, ammesso e non concesso che alla fine sia completo. E anche per questo la domanda gli viene rivolta sempre più spesso, perché la tensione strisciante fra Movimento e Lega non si attenua, e lui è nato ed esiste per fare una sintesi, sin quando sarà possibile: «Vedete, non esiste e non ha senso per me pormi un problema di strategia per salvare il Movimento. Innanzitutto stiamo parlando di sondaggi, ma voi mi insegnate che i sondaggi di oggi potrebbero essere smentiti domani o dopodomani. Ma non è questione di sondaggi, la cosa migliore per me personalmente, per tutti gli esponenti del M5s e quindi per il leader politico, ma anche per gli esponenti della Lega, è quella di lavorare. In questo momento abbiamo una grande chance, siamo al governo. Non si può pensare ad altro. Gli italiani ci renderanno conto di cosa abbiamo fatto ieri, oggi, domani mattina».

La cornice delle dichiarazioni di Conte è una visita in Puglia. In cui annuncia un pacchetto di 30 milioni per i territori che hanno dovuto accettare l’approdo del gasdotto Tap, che collegherà l’Azerbaijan all’Italia con sbocco sulla spiaggia salentina di Melendugno. Non un risarcimento, non una compensazione, ma un investimento per il rilancio. Ma a Lecce il capo del governo parla anche di Ilva, «siamo consapevoli che il problema dell’inquinamento non è stato risolto», e del motivo principale della visita, la firma di un accordo da 22 milioni tra Cnr ed Eni che avvieranno 4 laboratori di ricerca al Sud in settori di studio fondamentali per lo sviluppo sostenibile del Paese.

Oltre a Conte erano presenti il ministro per il Sud, Barbara Lezzi, e il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Il piano di ricerca è stato firmato dal presidente del Cnr, Massimo Inguscio, e dall’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi. «Eni sta dimostrando di essere un’azienda di grande visione. Guarda al lucro perché è sul mercato ma ha una grande capacità di prospettiva. Oggi si conferma questa grande sensibilità», ha affermato prima di annunciare che presto si terrà un Consiglio dei ministri in Calabria, «con misure per la regione e in particolare per il settore sanitario».

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