19 maggio 2019 - 22:18

Zingaretti corre ai ripari in Umbria «Da Marini grave errore politico»

Dopo il voto contro le proprie dimissioni della governatrice indagata nell’inchiesta sulla Sanità. Lei replica: «Parole gravi»

di Alessandra Arachi

Zingaretti corre ai ripari in Umbria «Da Marini grave errore politico»
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Il messaggio è stato chiaro e forte, Nicola Zingaretti lo ha affidato all’ora di pranzo alle telecamere di Mezz’ora in più di Lucia Annunziata, su Raitre: «Catiuscia ha sbagliato ieri, ha commesso un grave errore politico che sta provocando un danno all’Umbria e alla politica». Il segretario del Pd era furibondo, ieri. Catiuscia Marini, presidente Pd dell’Umbria, sabato pomeriggio nell’aula consiliare ha messo in scena un balletto di dimissioni prima annunciate e poi respinte grazie anche al suo voto, a favore di se stessa.

Poco più di un mese fa la presidente dell’Umbria aveva messo sul tavolo le dimissioni dal suo incarico, subito dopo l’ esplosione dello scandalo dei concorsi truccati nelle Asl della sua Regione. «Sono un po’ deluso, oltre che arrabbiato», ha detto il segretario del Pd Zingaretti. E ha spiegato: «Io non ho chiesto a Catiuscia di dimettersi, le ho soltanto detto di valutare quale fosse la scelta migliore. È stata lei che si è dimessa. Il fatto che dopo un mese voti contro le sue dimissioni è un grave errore». Zingaretti ieri non ha usato mezzi in termini in tv, ma nemmeno quando nel pomeriggio è andato in Umbria per fare la campagna elettorale, prima a Foligno e poi a Perugia, le due città dove domenica prossima si vota anche per l’elezione del sindaco. «Nel Pd che abbiamo in testa non c’è alcuno spazio per raccomandati o anticipazioni di domande per i concorsi», ha tuonato Zingaretti nella piazza di Perugia, incapace di farsene una ragione sul perché la presidente della Regione abbia deciso uno strappo con la linea decisa insieme ai vertici del partito nazionale. Il segretario del Pd non ha dubbi: «Si era individuata una soluzione che distingueva bene la vicenda giudiziaria con la necessità di andare avanti con la battaglia politica per salvare l’Umbria».

E invece sabato pomeriggio è arrivato quell’«auto-salvataggio» della presidente Catiuscia Marini, un voto per se stessa, necessario per potere respingere le sue dimissioni messe al voto nell’aula consiliare. Si dice che l’operazione fosse stata pensata da tempo, per salvare la presidente della Regione, nella speranza che le elezioni europee avrebbero fatto passare nel dimenticatoio la vicenda regionale. Lei, Catiuscia Marini, in serata ha accusato il colpo e in una nota, dopo aver definito «gravi» le affermazioni di Zingaretti, ha fatto sapere che «completerà la procedura prevista dalle dimissioni». Ma nega procedure anomale nel voto di sabato sera. Su quel voto però adesso la Lega vuole rivolgersi al Tar. «Quel voto sembra illegittimo, viziato e non valido», afferma Valerio Mancini, capogruppo della Lega in Umbria. E spiega: «Al generale dovere di astenersi da votare la mozione di ritiro delle proprie dimissioni, dichiarate irrevocabili, si somma un evidente conflitto di interessi senza precedenti».

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