19 maggio 2019 - 17:19

Salvini e il rosario sul palco, il cardinale Parolin: «Invocare Dio per se stessi è pericoloso»

Il leader leghista in piazza Duomo aveva detto: «Sono sicuro che la Madonna ci porterà alla vittoria». Civiltà Cattolica: «Non nominare Dio invano». Famiglia Cristiana: «Ecco il sovranismo feticista». Il ministro: «A chi do fastidio se credo in Dio e invoco Maria?»

di Silvia Morosi

Salvini e il rosario sul palco, il cardinale Parolin: «Invocare Dio per se stessi è pericoloso»
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«Io credo che la politica partitica divida, Dio invece è di tutti. Invocare Dio per se stessi è sempre molto pericoloso». A parlare è il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, a margine della Festa dei Popoli a San Giovanni in Laterano, dove ha celebrato la Messa lanciando un monito contro l’indifferenza. Inevitabile il richiamo al gesto di Matteo Salvini che sabato in piazza Duomo a Milano, sul palco della manifestazione sovranista, aveva «sventolato» un rosario e chiuso il suo intervento nominando la Madonna «che sono sicuro ci porterà alla vittoria». E anche sul quotidiano dei vescovi Avvenire un corsivo non firmato definisce Salvini «alfiere di un cattolicesimo tutto suo, distante dal magistero del Papa e della chiesa».

A criticare il ministro dell’Interno anche Antonio Spadaro, il direttore di Civiltà Cattolica: «Non nominare il nome di Dio invano. Rosari e crocifissi sono usati come segni dal valore politico, ma in maniera inversa rispetto al passato: se prima si dava a Dio quel che invece sarebbe stato bene restasse nelle mani di Cesare, adesso è Cesare a impugnare e brandire quello che è di Dio».

E su Facebook è arrivata anche la risposta di Salvini: «Dicevano che c'era il direttore di un settimanale cattolico che mi ha attaccato perché ieri ho osato parlare di Dio, parlare del Papa, delle nostre radici e mostrare un rosario. Io sono orgoglioso delle nostre radici della nostra storia e di testimoniare quella che è una società accogliente e generosa. Ma un conto è essere generosi e una cosa è suicidarsi». A criticare il ministro per le sue posizioni, in particolare quella sui migranti, sono state anche le chiese evangeliche: «Accogliamo noi i migranti, è un dovere di ogni democrazia». Il Viminale, mantenendo la linea della fermezza, avrebbe a tale proposito passato la palla a Palazzo Chigi.

E anche il settimanale Famiglia Cristiana ha criticato in un editoriale il leader leghista: «Il rosario brandito da Salvini e i fischi della folla a Papa Francesco, ecco il sovranismo feticista». A Milano «è andato in scena l'ennesimo esempio di strumentalizzazione religiosa per giustificare la violazione sistematica nel nostro Paese dei diritti umani. Mentre il capopolo della Lega esibiva il Vangelo un'altra nave carica di vite umane veniva respinta e le Nazioni Unite ci condannavano per il decreto sicurezza». Rispondendo all'editoriale, Salvini si è detto «orgoglioso di andare in giro col rosario sempre in tasca. Noi stiamo garantendo più sicurezza agli italiani e salvando vite». E ha concluso: «L'Europa che nega le proprie radici non ha futuro. Il confronto con le altre culture è possibile solo riscoprendo la nostra storia e riscoprendo i nostri valori, come peraltro detto negli ultimi decenni da tutti i Santi Padri. Sono orgoglioso di testimoniare, con azioni concrete e con gesti simbolici, la mia volontà di un'Italia più sicura e accogliente, ma nel rispetto di limiti e regole».

«Sono l’ultimo dei buoni cristiani: sono divorziato, sono peccatore, dico le parolacce, vado a messa tre volte l’anno. Ma difendo la nostra storia, l’esistenza delle scuole cattoliche. Non so se sono un buon cattolico ma sono un uomo felice e chiedo rispetto. Se credo in Dio e chiedo la protezione di Maria, dà fastidio a qualcuno?». Lo dice Matteo Salvini a Non è l’Arena, su La7 commentando le parole del cardinale Parolin, cui ha plaudito Di Maio: «Parlo poco e lavoro tanto. Non commento le parole dei cardinali e di Di Maio».

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