Nehammer a Mosca da Putin, a che cosa punta il cancelliere austriaco?

di Paolo Valentino

La visita di oggi è la prima di un leader occidentale al Cremlino dall’inizio della guerra in Ucraina. Ha obiettivi ambiziosi: una tregua, corridoi umanitari, luce sui crimini di guerra. Ma l’Austria, fuori dalla Nato e fortemente dipendente dal gas russo, ha spesso mirato a un ruolo neutrale tra Est e Ovest

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Il cancelliere austriaco Karl Nehammer in visita a Kiev, sabato scorso

Sembrano particolarmente (forse troppo) ambiziosi gli obiettivi che si è dato il cancelliere austriaco Karl Nehammer, nella sua missione moscovita. Il capo del governo di Vienna, primo leader occidentale a incontrare personalmente Vladimir Putin dall’inizio della guerra in Ucraina, dice infatti di voler chiedere al leader del Cremlino l’apertura di corridoi umanitari, una tregua e perfino un pieno chiarimento dei crimini di guerra commessi dalle truppe russe. Nehammer lo ha in parte riconosciuto, ammettendo che «non si possono aspettare miracoli» e la sua è una «missione rischiosa». «Ma tutto quello che si può tentare per aiutare il popolo ucraino e per fermare la guerra va tentato», ha aggiunto il premier austriaco, che sabato aveva incontrato Volodymyr Zelensky a Kiev proprio per parlare del suo viaggio in Russia. «Fa la differenza essere faccia a faccia e dirgli qual è la realtà: che questo presidente ha di fatto perso la guerra moralmente», ha spiegato il ministro degli Esteri austriaco Alexander Schallenberg in vista dell’incontro tra Putin e Nehammer.

Anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, quello del Consiglio europeo Charles Michel, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan sono stati informati della missione dal capo del governo viennese. L’iniziativa di Nehammer va vista sullo sfondo della speciale posizione dell’Austria, che è membro dell’Unione europea, ma ha la «neutralità» scritta nella sua Costituzione, non fa parte della Nato e da sempre si vede come ponte tra Est e Ovest. «Siamo militarmente neutrali ma politicamente al fianco dell’Ucraina», ha detto il cancelliere, secondo il quale «parlare non significa cedere sulle nostre posizioni e principi». Per questo, ha assicurato, «con Putin non parlerò da una posizione moralmente neutrale».

L’Austria ha un rapporto di forte dipendenza energetica dalla Russia, da cui importa l’80% del proprio gas. E il governo di Vienna, formato da popolari e verdi, è tra quelli che più si oppongono all’embargo europeo sugli acquisti di gas e petrolio da Mosca. Finora ha comunque aderito a tutte le sanzioni approvate dall’Unione europea. Giovedì scorso, dopo lungo esitare, il ministro degli Esteri austriaco ha deciso di seguire la linea dei partner europei anche sulle espulsioni dei diplomatici, rimandando a casa quattro funzionari dell’ambasciata russa a Vienna, sospettati di spionaggio.

11 aprile 2022 (modifica il 12 aprile 2022 | 08:44)