Covid, in Gran Bretagna il governo «si prepara a introdurre pass vaccinali e mascherine al chiuso»

di Redazione Online

Il governo di Boris Johnson continua a sostenere che i dati, al momento, non spingano al ritorno all'obbligo di mascherine al chiuso e all'introduzione di pass vaccinali. Ma l'aumento della pressione sul sistema sanitario nazionale, secondo i media britannici, ha costretto l'esecutivo ad attivare tutte le procedure per l'avvio del «Piano B»

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Il titolo di prima pagina dell'Observer — il domenicale del Guardian — lascia poco spazio al dubbio. «I ministri stanno spianando la strada all'introduzione del severo Piano B contro il Covid», recitava. Di fronte all'aumento dei casi di contagio da coronavirus (333.465 negli ultimi 7 giorni, +15% rispetto alla scorsa settimana; 39.692 nella giornata di domenica, dopo i 44.985 di sabato e i 49.298 di venerdì; 135 morti, sabato, nella sola Inghilterra, con un aumento del 12% negli ultimi 7 giorni), e alla conseguente — sia pur non drammatica, al momento — crescita dei ricoveri ospedalieri, il governo della Gran Bretagna, guidato da Boris Johnson, si starebbe di fatto convincendo a predisporre tutto ciò che servirà per mettere in campo il «Piano B».

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Di che si tratta?

Il «piano B» , di cui ha parlato lo stesso primo ministro, comporterebbe il ritorno all'obbligo di portare le mascherine in alcuni luoghi al chiuso (tra cui trasporti pubblici e negozi), decaduto lo scorso 19 luglio; il suggerimento di lavorare da casa quando possibile (anche in questo caso, il consiglio è stato abbandonato il 19 luglio) e, soprattutto, darebbe ai ministri la possibilità di introdurre passaporti vaccinali per accedere a discoteche, luoghi affollati al chiuso con più di 500 persone o all'aperto con più di 4mila, e tutti i luoghi con più di 10mila persone (come gli stadi). Secondo quanto previsto dal piano, il pass vaccinale sarebbe riservato solo ai maggiorenni che hanno ricevuto tutte le dosi previste dal vaccino. La misura è stata finora fieramente osteggiata non solo da membri della maggioranza conservatrice, ma anche da una significativa parte di membri del Labour.

Secondo quanto riportato dall'Observer, la UK Health Security Agency avrebbe contattato le autorità locali al termine della scorsa settimana per stabilire il loro livello di appoggio all'«immediata implementazione del Piano B».

Il governo guidato da Johnson, al momento, continua a sostenere ufficialmente che non vi sia alcun bisogno di mettere in campo queste nuove regole. Il Cancelliere dello Scacchiere, Rishi Sunak, ha detto alla BBC nella giornata di domenica che i dati al momento non dicono affatto che occorra implementare il piano B. «Ovviamente teniamo d'occhio i numeri, ma la protezione più efficace resta il vaccino e il lancio delle somministrazioni della terza dose. C'è un ripiego, c'è un piano B. I dati suggeriscono che non è necessario oggi. Ma se la situazione cambia, ovviamente il governo agirà».

Nei giorni scorsi, il governo aveva anche detto di aspettarsi un ulteriore aumento dei casi, che potrebbero arrivare a «100mila al giorno». Il premier ha aggiunto che saranno i vaccini a portare la Gran Bretagna «oltre l'inverno, e fuori dalla pandemia».

Il problema è che le loro parole — che fino a pochi giorni fa riflettevano un atteggiamento privo di preoccupazione nella popolazione — si scontrano con il parere, ben più allarmato, di esperti e rappresentanti dell sistema sanitario.

Nei giorni scorsi, il capo della Confederazione del Servizio sanitario nazionale, che rappresenta operatori ed enti della sanità, aveva chiesto la reintroduzione con urgenza di misure restrittive per evitare di «precipitare in una crisi».

Il professor Adam Finn, che fa parte del Joint Committee of Vaccination and Immunisation, ha detto che i ricoveri e le morti di Covid stanno aumentando in modo tale da rendere pericolosa ogni esitazione nel valutare la situazione. Katherine Henderson, presidente del Royal College of Emergency Medicine, ha spiegato che i pronto soccorso sono già — al momento — in una situazione «terribile», e che stanno già «faticando a tenere testa» alla situazione.

A rendere problematica la situazione, in realtà, è un complicato insieme di fattori.

Come scritto da Luigi Ippolito qui, prima ancora dell'aumento dei casi di Covid Londra era già alle prese con «la crisi dei medici di famiglia, che non riescono più a vedere i pazienti di persona a causa degli arretrati accumulati negli ultimi mesi»; e a far aumentare i casi di contagio sono stati fattori come il mancato utilizzo, in moltissimi luoghi, delle mascherine; l'abbandono di pratiche di distanziamento sociale; una campagna vaccinale avviata molto presto, che ora — per continuare a essere efficace — dovrebbe portare milioni di persone a ricevere la terza dose (e l'adozione di questa terza dose procede a rilento).

(Qui l'approfondimento sul tema: perché così tanti contagi, in Gran Bretagna?)

A complicare le cose — anche se, secondo gli esperti, in modo non decisivo, almeno al momento — c'è una nuova variante del ceppo Delta , che potrebbe essere «fino al 10 per cento» più trasmissibile di quella al momento dominante.

I consulenti del governo sostengono che i ricoveri e i decessi negli ospedali «saliranno con l'aumentare del numero di casi perché il virus raggiungerà persone vulnerabili»: tra le ipotesi ci sarebbe dunque anche quella di anticipare la somministrazione della terza dose di vaccino agli under 50 a cinque mesi di distanza e non a sei dalla seconda.

24 ottobre 2021 (modifica il 24 ottobre 2021 | 21:44)