11 maggio 2020 - 10:36

Coronavirus, in Corea del Sud c’è un nuovo focolaio (per colpa della notte fra bar e discoteche di un 29enne)

Già 89 nuovi casi a Seul, dopo una settimana a contagi zero: quasi tutti si possono ricondurre alla notte di movida di un 29enne positivo. Seul chiude i locali

di Irene Soave

Coronavirus, in Corea del Sud c'è un nuovo focolaio (per colpa della notte fra bar e discoteche di  un 29enne)
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Un «super untore» bon vivant, 29 anni, in una sola notte di movida fra bar e discoteche avrebbe contagiato 86 persone: nella Corea del Sud dell’ultratracciamento — la app governativa «Corona 100 m» è tra le meno rispettose della privacy al mondo — è stato facile risalire subito al discotecaro-untore, già sabato, quando si è visto che a Seul si verificava una nuova piccola recrudescenza dei contagi. Solo in un giorno le autorità sanitarie della capitale sudcoreana hanno registrato 34 nuovi casi: 4 sopra la soglia simbolica di sicurezza dei 30 al giorno, che definivano la situazione «non preoccupante» e il virus controllato, e comunque un dato negativo dopo circa una settimana di contagi zero. Tanto è bastato al sindaco di Seul per chiudere locali e discoteche fino a nuovo ordine. Intanto la app, che mantiene anonima l’identità dei contagiati ma offre su di loro numerosi dati sensibili, ha diffuso l’età, il lavoro e gli spostamenti del «super untore», rendendolo riconoscibile: la sua «notte brava» sarebbe datata al 1 maggio, in quattro o cinque locali gay del vivace quartiere Itaewon della capitale.

Più della «fase 2» di negozi e ristoranti, a preoccupare i Paesi che ritenevano di avere sotto controllo l’epidemia di Covid-19 è la «fase 2» dei contagi. C’è apprensione anche in Cina, dove si registrano (ufficialmente) 17 nuovi casi: 5 di questi sono a Wuhan, il capoluogo dello Hubei da cui tutta la pandemia sarebbe partita, e per la «cattiva gestione» della fase 2 nella zona è già saltata la testa di un capo locale del partito. E il famoso indice «R0», quello che esprime il numero di contagiati da ogni positivo,è tornato sopra l’1 - livello di guardia - anche in Germania, dove pure la leader Angela Merkel era stata la prima ad annunciarne il contenimento, giorni fa. Tre Länder hanno superato la soglia di 50 contagi su 10 mila abitanti necessaria, secondo le disposizioni del governo, per poter allentare le misure di confinamento. E poi la Corea del Sud: dopo una settimana di contagi zero ci sono stati 86 casi nel weekend, 34 nelle ultime 24 ore, quasi tutti collegati secondo la rete di medicina territoriale alla nottata di festa del 29enne.

È il livello di nuovi contagi più alto dal 9 aprile. In totale, a mezzogiorno di oggi, ora locale, sono 86 i casi di contagio collegati a un focolaio sviluppatosi tra i bar e i club di del distretto di Itaewon, a Seul: di questi 63 sono avventori dell’area dei locali notturni, mentre altri 23 sono loro familiari o contatti stretti. Le autorità della capitale sudcoreana hanno chiesto la collaborazione di tutti coloro che si sono recati nei locali notturni della zona tra il 24 aprile e il 6 maggio scorso, rintracciati tramite la app: in base ai dati ottenuti sono 5.517 le persone che hanno visitato l’area in quel periodo, ma solo 2.405 di loro sono stati contattati per essere sottoposti al test e altri 3.112 risultano ancora irreperibili, ha detto il sindaco di Seul, Park Won-soon.

La possibilità di contattare su così larga scala migliaia di avventori sulla base della loro geolocalizzazione nei giorni «a rischio» rende bene l’idea della pervasività del controllo permesso sulle vite dei cittadini dalla app governativa, che si chiama Corona 100 m ed è da settimane al centro di grandi perplessità, proprio su questo aspetto: se da un lato la strategia del tracciamento massiccio ha permesso di non chiudere proprio tutto, dall’altro ha portato alla facile criminalizzazione di singoli cittadini (la app è anonima, ma non è difficile riconoscere i positivi che segnala, e sui social il «super untore» 29enne ha già un nome e un cognome). E anche di intere categorie: in particolare, ad esempio, il quartiere di Itaewon è il cuore della vita notturna gay di Seul, e le associazioni Lgbt già protestano: la app aiuta la discriminazione.

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