4 luglio 2020 - 20:56

Patrick Zaky, la lettera alla famiglia: «Sto bene e un giorno tornerò libero»

Una rete di attivisti: lo studente egiziano dell’Università di Bologna, in carcere in Egitto da febbraio, ha scritto ai suoi. «Un giorno tornerò alla normalità, anzi meglio»

di Redazione Esteri

Patrick Zaky, la lettera alla famiglia: «Sto bene e un giorno tornerò libero»
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«Cari, sto bene e in buona salute, spero che anche voi siate al sicuro e stiate bene. Famiglia, amici, amici di lavoro e dell’università di Bologna, mi mancate tanto, più di quanto io possa esprimere in poche parole». È un passaggio di una lettera di Patrick George Zaky, lo studente egiziano dell’Università di Bologna in carcere in Egitto da inizio febbraio, recapitata alla sua famiglia. Ne dà notizia la rete di attivisti Patrick Libero. «Un giorno sarò libero e tornerò alla normalità, e ancora meglio di prima».

La vicenda

Patrick Zaky è stato arrestato la notte tra il 7 e l’8 febbraio all’aeroporto del Cairo, dove arrivava da Bologna. Dopo un periodo di sparizione forzata di circa un giorno, durante il quale è stato bendato e torturato nel corso degli interrogatori, Patrick è comparso negli uffici della procura della città di Mansoura. È stato poi posto in detenzione preventiva, indagato per cinque diversi capi d’accusa contenuti in un mandato di cattura emesso nel settembre 2019, quando era già in Italia: minaccia alla sicurezza nazionale, incitamento a manifestazione illegale, sovversione, diffusione di notizie false e propaganda per il terrorismo. Per i reati che gli sono contestati, Patrick rischia l’ergastolo, che in Egitto è automaticamente commutato in 25 anni di carcere. Di Patrick, dopo che il 9 marzo è stato visitato dai genitori per l’ultima volta, non si hanno notizie dirette. Le udienze per il rinnovo dei termini di detenzione preventiva vengono rinviate a causa del coronavirus o si tengono a porte chiuse, in assenza dell’imputato e degli avvocati cui viene notificato l’esito solo giorni dopo. Patrick si trova nella sezione del centro penitenziario di Tora riservata ai detenuti politici.

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