1 settembre 2019 - 00:19

Sparatoria in Texas: 7 morti e 21 feriti, il killer ucciso dalla polizia

L’aggressore ha sparato a caso sulla folla dopo un posto di blocco. Poi ha rubato un furgone e ha continuato a uccidere. Tra i feriti una bambina di 17 mesi

di Guido Olimpio

Sparatoria in Texas:  7 morti e 21 feriti, il killer ucciso dalla polizia
shadow

Un raid nelle strade di Odessa, Texas. Un’incursione durata oltre un’ora. Sette i morti sotto il fuoco di un killer, poi neutralizzato dagli agenti. L’ultima strage nell’America dei killer di massa: 51 vittime nel solo mese d’agosto. La giornata di terrore è iniziata attorno alle 15.30 quando una pattuglia ha intimato l’alt ad un veicolo che aveva compiuta un’infrazione stradale. Ma l’autista non si è fermato ed ha sparato con un fucile. Quindi è fuggito ed ha continuato a prendere di mira persone o auto in numerosi punti della cittadina. L’identità dello sparatore è trapelata solo nella giornata di domenica, si chiamerebbe Seth Ator. Gli investigatori, durante una conferenza stampa, si erano rifiutati di rivelarne il nome “per non dargli luce”.

Una mezz’ora dopo si è impadronito di un furgoncino e con quello ha ripreso la sua “marcia” di morte dirigendosi verso un centro commerciale. Grande panico tra i passanti, che cercavano di trovare riparo. Un giornalista di una tv locale che trasmetteva nelle vicinanze ha descritto in diretta ciò che vedeva attraverso una finestra, quindi è stato costretto ad abbandonare lo studio.

L’incursione si è conclusa alle 16.30 quando l’omicida è stato finalmente bloccato dalla polizia: è seguita una nuova sparatoria conclusasi con la sua morte. Ventuno i feriti, compresa una bimba di 17 mesi e tre agenti. Inizialmente si era parlato della presenza di un secondo aggressore, circostanza rivelatasi poi infondata. Era nata dal fatto che l’uomo si era impossessato di un altro veicolo.

Gli inquirenti hanno precisato che Seth Ator aveva 36 anni e viveva nella regione di Odessa. Nel suo passato un paio di precedenti minori, compresi 24 mesi di libertà vigilata (provvedimento nel 2002). L’uomo avrebbe agito da solo e non sarebbero emersi legami con gruppi terroristici. Secondo i media americani, era stato licenziato prima della strage. Tutti dati che andranno comunque completati con altre verifiche, comprese quelle relative alle condizioni mentali dell’assassino. Colpisce la sua determinazione: ha sparato in modo indiscriminato per un lungo periodo e rispetto ad altri mass shooters si è mosso in zone diverse rendendo più complicato l’intervento delle forze di sicurezza. Al momento non è chiaro se abbia agito in base ad un piano prestabilito oppure abbia deciso di scatenare l’inferno dopo essere sfuggito al controllo stradale. Al tempo stesso è significativo che viaggiasse armato, con un fucile tipo AR-15.

All’inchiesta partecipa anche l’Fbi, adesso alla ricerca di elementi sul passato dello sparatore, eventuali contatti. Il presidente Trump è stato informato sugli sviluppi e puntuali — quanto rituali — sono arrivate le reazioni politiche, con i soliti appelli a mettere fine allo spargimento di sangue. L’episodio di Odessa segue quelli di Girloy, El Paso e Dayton, eventi drammatici a distanza ravvicinata con matrice diversa. Gesti innescati dalla xenofobia ed altri da spinte personali. Non è raro che un individuo abbia deciso di compere un massacro ispirato da chi lo ha preceduto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT