18 gennaio 2019 - 16:46

Praga, un uomo si dà fuoco in piazza San Venceslao

Due giorni fa i cechi hanno commemorato l'anniversario del gesto di Jan Palach, studente che si immolò nello stesso luogo contro l'occupazione sovietica

di Redazione Esteri

Praga, un uomo si dà fuoco in piazza San Venceslao
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Un uomo di 55 anni, di nazionalità ceca, si è dato fuoco a Praga poco dopo le 15 ora locale in piazza San Venceslao. Secondo alcuni testimoni, si è cosparso di un liquido infiammabile e poi ha acceso il rogo. Le fiamme sono state spente dai passanti con vestiti e con un estintore portato da un caffè vicino. L’uomo è stato soccorso e portato all'ospedale Kralovske Vinohrady, ha riportato ustioni sul 30% del corpo e si trova in stato di coma indotto. Sul caso indaga la polizia. Due giorni fa, i cechi hanno commemorato i 50 anni dal gesto di Jan Palach (in foto), lo studente ventenne che si diede fuoco per protesta contro l’occupazione sovietica nella stessa piazza.Diversi cechi, ispirati dal suo sacrificio, si immolarono all'inizio del 1969.

La polizia ceca ha dato notizia del fatto sul suo profilo Twitter aggiungendo di star indagando sull’accaduto e invitando i testimoni a contattare le autorità. «Non c'è motivo di credere che si tratti di un gesto di natura politica», ha detto il portavoce della polizia Andrea Zulova. «L’ho visto da lontano e mi sono messo al riparo» , ha raccontato un testimone alla Reuters. «Mio Dio è in fiamme», ha detto una donna che si trovava in piazza San Venceslao. «Ho iniziato cercato di spegnere il fuoco, ne sento ancora l’odore», ha aggiunto la donna. Secondo il sito www.lidovky.cz testimoni hanno descritto l'uomo come «un fanatico religioso». «L'ho visto, ha e sussurrato qualcosa, come una preghiera", ha riferito un testimone alla radio pubblica ceca CRo1.

Nella primavera del 2003, molti altri, compresi squilibrati, si sono suicidati o hanno tentato di emulare il gesto di Palach. Tra questi il 19enne Zdenek Adamec che il 6 marzo 2003 si uccise, dopo aver lasciato una lettera in cui spiegava il suo gesto come «protesta contro il male generalmente tollerato in tutto il mondo».

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