17 gennaio 2019 - 15:26

Fermato Benalla, l’ex consigliere di Macron: «Ha usato passaporti diplomatici dopo il licenziamento»

Alexandre Benalla, l’ex consigliere che aveva messo nei guai Emmanuel Macron dopo essere stato colto da una telecamera mentre picchiava uno studente, è stato fermato nell’ambito di un’inchiesta sull’utilizzo di passaporti diplomatici

di Redazione online

Fermato Benalla, l’ex consigliere di Macron: «Ha usato passaporti diplomatici dopo il licenziamento»
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Alexandre Benalla è stato posto in stato di fermo nel quadro dell’inchiesta sui passaporti diplomatici, di cui era titolare, aperta dalla giustizia francese. A riferirlo è l’agenzia Ansa. L’inchiesta è stata estesa ieri ad altri capi d’accusa, come il falso e l’ottenimento illegale di un documento amministrativo. Il consigliere dell’Eliseo che ha messo nei guai Emmanuel Macron dopo essere stato colto da una telecamera mentre picchiava uno studente durante una manifestazione, avrebbe utilizzato «una ventina di volte» i suoi passaporti diplomatici dopo il licenziamento.

La vicenda di Benalla aveva per settimane catturato l’attenzione della Francia, costringendo addirittura il presidente — accusato di aver protetto il suo consigliere e di averlo dotato di innumerevoli, immotivati privilegi — a dichiarare di «non essere il suo amante». Nato l’8 settembre 1991 a Évreux, in Normandia, a 100 chilometri da Parigi, da una famiglia originaria del Marocco, Benalla ha sempre dimostrato di avere voglia di emergere. Ha cambiato diverse scuole, alcuni lo ricordano come un ragazzo «educato e gentile» ma più tardi vengono segnalate risse e prepotenze. «Verso i 16-17 anni Alexandre non era molto robusto, poi deve avere preso 30 chili», dice il segretario del liceo Fresnel della vicina Bernay. In palestra, a Évreux, Alexandre Benalla si faceva chiamare «Ben» e «sollevava pesi come un dannato pur di rafforzarsi», ha detto un suo ex allenatore al Parisien. Verso la fine del liceo la passione per il rugby porta a qualche risultato, «Ben» entra nella squadra della scuola e comincia a cambiare stile, più assertivo e deciso con i compagni e le ragazze. Guadagna qualche euro nel bar di Rouen come addetto alla sicurezza ma il primo contatto con il mondo delle celebrità ce l’ha a Deauville, al festival del cinema americano, dove fa parte della squadra di guardie del corpo che seguono a turno Marion Cotillard e Guillaume Canet. È la svolta: appena maggiorenne Benalla capisce che le star sono uomini e donne come tutti, respirano, parlano, e possono stringerti la mano. La barriera tra il quartiere popolare della Madeleine e il resto del mondo si rompe. I genitori Benalla a Évreux hanno la tessera del partito socialista, anche Alexandre si iscrive ma al dibattito politico preferisce l’attività sul campo ed entra come volontario nel Ps a Parigi, nella sede storica di rue de Solférino. A reclutarlo è il responsabile del servizio d’ordine, Eric Plumer.

Vinte le elezioni contro Sarkozy, il ministro Arnaud Montebourg(Rilancio produttivo) assume Benalla per poi licenziarlo dopo una settimana: «Aveva provocato un incidente d’auto e voleva scappare». Benalla si allontana per qualche tempo dalla politica, si laurea in legge, lavora in una società di sicurezza a Casablanca, poi ritorna a Parigi e partecipa all’avventura di «En Marche!». Le intemperanze aumentano mano a mano che «Ben» diventa un uomo di Macron, prima come sua guardia del corpo durante la campagna e poi come consigliere all’Eliseo. Benalla insulta e minaccia poliziotti e gendarmi restii (giustamente) a seguire i suoi ordini, manda a quel paese il prefetto, fino al pestaggio del primo maggio che porterà al suo tardivo licenziamento.

Alexandre Benalla può anche essere un giovanotto arrivista che ha finito per perdere la testa. Ma se la sua storia diventa un affare di Stato, è perché la fiducia dell’Eliseo lo ha portato a 26 anni al grado di tenente colonnello, a occuparsi della sicurezza della coppia presidenziale quando altri sarebbero preposti a farlo, a ottenere dai Macron le chiavi della villa di Brigitte al Touquet e ad accompagnarli ovunque in vacanza. La lista dei privilegi è infinita e incomprensibile, ci sono 10 mila euro al mese, l’appartamento di funzione sul quai Branly e, ultima novità, un budget di 180 mila euro per renderlo ancora più confortevole.

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