24 marzo 2019 - 12:53

Elezioni in Basilicata, il centrodestra verso la vittoria, centrosinistra staccato di 9 punti. Salvini: «7 a zero». Crolla il M5S

Affluenza del 53,58%. I risultati definitivi: Vito Bardi domina con il 42,2% delle preferenze. Lo segue il candidato del centrosinistra Carlo Trerotola al 33,1%. Antonio Mattia del M5S si attesta al 20,3%

di Redazione politica

Vito Bardi (Ansa) Vito Bardi (Ansa)
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«Grazie! La Lega in un anno triplica i voti, vittoria anche in Basilicata! 7 a 0, saluti alla sinistra e ora si cambia l’Europa». Così in una nota il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, dopo la vittoria del centrodestra alla Regione Basilicata. Dopo Abruzzo e Sardegna, infatti, il centrodestra è lanciato alla conquista dell’ormai ex rossa Basilicata. Vito Bardi (centrodestra) è il nuovo presidente della Regione Basilicata: è stato eletto con 124.716 voti, pari al 42,2%. Al secondo posto Carlo Trerotola (centrosinistra; con 97.866 voti, pari al 33,11%), poi Antonio Mattia (M5S; con 60.070 voti pari al 20,32) e Valerio Tramutoli (Basilicata possibile; con 12.912 pari al 4,37%). Primo partito il M5S con il 20,27%, seguito da Lega (19,15%) e Forza Italia (9,15%).

«Abbiamo scritto la storia, la Basilicata è pronta per il cambiamento. Chiamerò Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni», ha detto Bardi. Nonostante il forte calo dei voti per i 5 stelle rispetto alle politiche del 4 marzo 2017, il M5s resta comunque il primo partito con il 20,53%. La Lega è al 18.82%. «I lucani hanno risposto presente. La Lucania è pronta per il cambiamento. Oggi abbiamo scritto la storia». Lo ha dichiarato il generale Vito Bardi, avviandosi alla vittoria delle elezioni alla guida del centrodestra. «Dopo tanti anni di centrosinistra - ha proseguito - il centrodestra ha scelto la via del riscatto. Sono lucano e uomo delle istituzioni e sono onorato. Chiamerò Berlusconi, Salvini e la Meloni subito. La campagna elettorale è terminata».

La sinistra perde il governo della Basilicata dopo oltre vent’anni. Inoltre con il successo lucano di Vito Bardi, generale in pensione della Guardia di finanza, scelto da Berlusconi per guidare l’asse Lega-Forza Italia-Fd, il centrodestra guida più Regioni in Italia rispetto al centrosinistra. Trerotola, arrivando in sala stampa della Regione, ha detto: «Se ha vinto Bardi mi congratulo con lui. Farò opposizione, lo devo ai cittadini». Con il voto di domenica, oltre 570 mila elettori sono stati chiamati a scegliere il successore di Marcello Pittella (Pd), presidente dimissionario travolto nei mesi scorsi da un’inchiesta giudiziaria sulla sanità lucana. L'affluenza è stata del 53,58 per cento.


Dopo 24 anni consecutivi di governo di centrosinistra, la Basilicata si prepara dunque a cambiare bandiera, anche se il Pd a trazione zingarettiana ha dato evidenti segnali di ripresa rispetto alle ultime consultazioni, pagando però tutte le criticità sul territorio: dal malcontento della base ambientalista per le posizioni ambigue sulla delicata questione dell’estrazione del petrolio e del gas, allo sgomento per il sistema clientelare emerso dall’inchiesta su Pittella, che pur avendo rinunciato alla presidenza ha comunque ottenuto la candidatura per il consiglio regionale in una lista civica. Trerotola, farmacista di professione, scelto fuori dalle stanze del partito per dare un segnale di discontinuità, in realtà è considerato vicino alla famiglia Pittella e non è riuscito ad allontanare tutti i fantasmi del recente passato. Fra l’altro in campagna elettorale è incappato in una gaffe su Almirante, lodandolo come politico e raccontando che andava ai suoi comizi da bambino accompagnando il padre, a sua volta fra i fondatori dell’Msi lucano.

Come già accaduto in Abruzzo e Sardegna, il Movimento 5 Stelle ha subito un forte stop, con percentuali più basse rispetto alle politiche (qui aveva sfiorato il 44%), ma è anche vero che alle regionali i grillini non hanno mai brillato. Qui in Basilicata, poi, il candidato presidente pentastellato è stato un po’ abbandonato al proprio destino dai big del Movimento, che hanno preferito tenersi prudentemente a distanza durante la campagna elettorale per non doversi intestare l’ennesima sconfitta annunciata.

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