10 gennaio 2019 - 19:11

Nike nel mirino della Ue per gli aiuti fiscali dall’Olanda. Aperta indagine

Dopo Apple, Amazon e Ikea, la Commissione ha aperto un’indagine su un nuovo caso di «tax ruling» che avrebbe portato l’azienda a pagare meno tasse, godendo quindi di aiuti di Stato illegali

di Redazione online

Nike nel mirino della Ue per gli aiuti fiscali dall’Olanda. Aperta indagine
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Dopo Apple, Amazon, Starbucks e Ikea, anche la Nike finisce nel mirino dell’antitrust europeo per il suo schema aziendale «creativo» che le ha consentito di eludere il fisco, aiutata da accordi con l’Olanda. Si tratta dei famosi «tax ruling», accordi fiscali che non sarebbero vietati se garantissero un trattamento equo a tutte le altre aziende. Ma nel caso di Apple in Irlanda, Starbucks in Olanda, e Fiat, Amazon e McDonald in Lussemburgo, tali intese hanno invece portato le aziende a pagare meno tasse, godendo quindi di un aiuto di Stato illegale che la Commissione Ue ha poi chiesto ai Governi di recuperare. La Nike è ora l’ultimo caso su cui l’Europa ha aperto un’indagine formale.

Regimi di favore

La modalità con cui operano le multinazionali per ridurre il proprio carico fiscale, è più o meno sempre la stessa. La società si divide in diverse entità che cercano di spostare i profitti tra di loro, allo scopo di ridurre la base imponibile nel Paese dove è fiscalmente assoggettata. L’Ue basa la sua azione sulle rivelazioni dello scandalo «Paradise Papers», che ha portato alla luce una montagna da 13,4 milioni di documenti alzando il velo su regimi fiscali di favore concessi alle multinazionali.

Due società

L’indagine Ue si concentra sul trattamento fiscale di due società del gruppo Nike, entrambe con sede in Olanda: Nike European Operations Netherlands BV e Converse Netherlands BV, che impiegano oltre mille dipendenti e sono coinvolte nelle vendite e nel marketing di prodotti Nike e Converse in Europa, Medio Oriente e Africa. Le due società hanno ottenuto le licenze per l’uso dei diritti di proprietà intellettuale dei prodotti Nike e Converse in cambio di un pagamento di royalty deducibili dalle tasse, da due entità del gruppo Nike, olandesi, ma «trasparenti» ai fini fiscali cioè non tassabili in Olanda. Anche la struttura aziendale della Nike stessa è fuori dal perimetro delle regole Ue sugli aiuti di Stato.

Aiuti di Stato

A seguito di cinque accordi fiscali stipulati con le autorità olandesi dal 2006 al 2015, le due società avrebbero in gran parte eluso le royalties pagate nei Paesi Bassi, riducendo significativamente il reddito imponibile della Nike. «Gli Stati membri non dovrebbero consentire alle società di creare strutture complesse che riducano indebitamente i loro profitti imponibili e conferiscano loro un vantaggio sleale rispetto ai concorrenti», commenta la commissaria Ue per la Concorrenza, Margrethe Vestager, aggiungendo che Bruxelles continuerà a monitorare le promessa fatta dall’Olanda a novembre di una stretta sulle agevolazioni fiscali. Intanto Nike respinge con forza le accuse. La società con sede negli Stati Uniti ha affermato che «è soggetta e rigorosamente garantisce che si rispettino tutte le stesse leggi fiscali imposte anche alle altre società operanti nei Paesi Bassi», afferma un portavoce del gruppo, che parla di indagini Ue «prive di fondamento».

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