Nada Cella, dopo 27 anni chiesto il rinvio a giudizio per Annalucia Cecere: «Uccise per gelosia»

di Ferruccio Pinotti

Chiesto il processo anche per il professionista Marco Soracco e per l’anziana madre Marisa Bacchioni: l’accusa è di false dichiarazioni al pm e favoreggiamento

Nada Cella, dopo 27 anni chiesto il rinvio a giudizio per Annalucia Cecere: «Uccise per gelosia»

Nada Cella, uccisa nel 1996 a Chiavari

Svolta dopo 27 anni in uno dei cold case più complessi degli ultimi anni, l’omicidio irrisolto di Nada Cella, la segretaria 25enne uccisa il 6 maggio 1996 nello studio di un professionista. La Procura di Genova ha chiesto il rinvio a giudizio per Annalucia Cecere, che ora ha 55 anni, la donna accusata di avere ucciso la giovane nell’ufficio del commercialista Marco Soracco, oggi 62enne, a Chiavari (Genova). Chiesto il processo anche per quest’ultimo e per l’anziana madre Marisa Bacchioni. Cecere è accusata di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi. Soracco e la madre devono rispondere di false dichiarazioni al pm e favoreggiamento: per l’accusa avrebbero mentito nel corso degli interrogatori fatti fino a un mese fa. Cecere, secondo il pm Gabriella Dotto, avrebbe ucciso Nada «per motivi di rancore e gelosia verso la vittima», per via della posizione da lei occupata all’interno dello studio di Soracco e la sua vicinanza a costui.

I fatti

Nada Cella, originaria di Santo Stefano D’Aveto (Genova), fu brutalmente uccisa nell’ufficio di Marco Soracco (che all’epoca venne indagato e poi prosciolto) il 6 maggio ’96 al secondo piano del condominio del civico 14 di via Marsala. La segreteria fu aggredita con un colpo contundente e lasciata in un bagno di sangue da un aggressore non identificato. Questo anche a causa di inquinamenti sulla scena del crimine e in ragione della minore efficacia degli strumenti di indagine all’epoca disponibili.

La riapertura delle indagini

Nel 2021 a polizia scientifica effettuò il luminol e altre analisi tecniche sul motorino di Annalucia Cecere , l’ex insegnante indagata per omicidio aggravato e sospettata di aver avuto motivazioni di gelosia e di odio nei confronti della vittima. Lo scooter di Annalucia Cecere era custodito in un autosoccorso di Cuneo dopo che gli investigatori della squadra mobile di Genova lo avevano sequestrato nell’estate. La donna lo avrebbe portato da Chiavari a Boves, in provincia di Cuneo, e lo teneva in un box.

La tenacia della famiglia della vittima

Spuntarono anche altri nuovi elementi per il riaprire il caso: alcuni profili di Dna femminili e maschili trovati sulla camicetta della vittima e sulla sedia dell’ufficio, ma anche una impronta papillare. «Saranno analizzati da speciali strumenti in dotazione alla polizia scientifica che speriamo ci possano permettere di arrivare ad avere un nome del sospettato», aveva spiegato il procuratore capo Francesco Cozzi. Il caso tecnicamente non è mai stato chiuso e ha trovato nuovo impulso grazie alla caparbietà della famiglia Cella che ha nominato una criminologa che ha vagliato il caso. Oltre alla signora Cecere, difesa dall’avvocato Giovanni Roffo, sono stati indagati il commercialista Marco Soracco e l’anziana madre. Questi due, difesi dall’avvocato Andrea Vernazza, sono accusati di false dichiarazioni al pm per avere mentito sui reali rapporti tra il professionista e l’ex insegnante. A fare riaprire il caso è stata la determinazione della criminologa Antonella Pesce Delfino, che insieme all’avvocata Sabrina Franzone ha riletto gli atti della vecchia indagine scoprendo particolari sottovalutati.

Glie elementi sottovalutati

Tra gli elementi non presi inizialmente in considerazione anche la testimonianza di una donna che aveva detto di avere visto, la mattina del delitto, la Cecere sotto lo studio di Soracco mentre andava via sul suo motorino. Per gli investigatori, coordinati dal procuratore Francesco Pinto e dal sostituto Gabriella Dotto, sul veicolo potevano esserci dunque ancora possibili tracce, nel caso in cui l’ex insegnante avesse ucciso Cella. Per gli inquirenti Cecere avrebbe ucciso per gelosia nei confronti di Soracco , che avrebbe avuto un interessamento invece per la segretaria, e per prendere il suo posto di lavoro. Tra gli elementi al vaglio anche alcuni bottoni trovati all’epoca in casa dell’indagata uguali a uno trovato sotto il corpo della segretaria. Cecere, oggi 55enne, nel 2021 ha dichiarato: «Fatemi pure il Dna, fate gli accertamenti che volete, non ho nulla a che vedere con quella ragazza. Non ho niente da nascondere».


Corriere della Sera è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati.

20 dicembre 2023 (modifica il 20 dicembre 2023 | 12:41)