19 gennaio 2021 - 23:45

Vaccino, azioni legali contro Pfizer e un piano solidale tra le Regioni

Vaccino e Pil, Moratti scrive ad Arcuri. Sala: mi cascano le braccia. De Luca: a un passo dalla barbarie. Contenzioso con l’azienda tramite l’avvocatura dello Stato

di Claudia Voltattorni

Vaccino, azioni legali contro Pfizer e un piano solidale tra le Regioni Vaccinazioni anti-Covid
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Oggi l’Italia attende 241.020 dosi di vaccino Pfizer. Dovevano arrivare ieri. Ne sono state consegnate solo 53.820. E questo dopo che già lo scorso venerdì ne sono arrivate 165 mila in meno. Un ennesimo ritardo che il direttore generale dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, Nicola Magrini, definisce «molto preoccupante» e che mette le Regioni in stato di allarme perché una consegna a singhiozzo rischia di far saltare l’intero piano vaccinale, con ritardi sia nella prima vaccinazione sia nel richiamo. Non solo. La consegna ritardata ha creato disparità tra le Regioni con arrivi in alcuni casi ridotti di oltre la metà, come in Veneto, Sardegna, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna.

Ulteriore riduzione delle consegne

Dopo aver cambiato a sorpresa e unilateralmente la tempistica di consegna motivandola con problemi di assestamento nella produzione, il colosso farmaceutico Usa Pfizer promette che dal 25 gennaio tutto tornerà regolare. Ma il commissario straordinario all’emergenza Domenico Arcuri fa sapere che «l’azienda ci ha comunicato che anche nel corso della prossima settimana non solo non verranno consegnate in Italia le dosi non consegnate in questa settimana, pari al 29%, ma ci sarà una pur lieve ulteriore riduzione delle consegne». Un comportamento «deplorevole» e, nell’incontro di ieri sera con le Regioni e i ministri di Salute e Affari regionali, Roberto Speranza e Francesco Boccia, ipotizza un esposto alla procura «per inadempimento del contratto pubblico: valuteremo — spiega — quali azioni intraprendere a tutela dei cittadini italiani e della loro salute in tutte le sedi, civili e penali, in cui ciò sarà possibile». Oggi partirà il contenzioso attraverso l’avvocatura dello Stato, dice Boccia: «Pretendiamo chiarezza e rispetto per il nostro Paese sugli accordi europei presi». E il presidente della Conferenza Stato-Regioni e presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini assicura l’appoggio delle Regioni «per tutte le azioni che si vorranno intraprendere allo scopo di tutelare il diritto alla salute dei cittadini italiani».

Il meccanismo di solidarietà tra le Regioni

Nel frattempo, per tamponare i «buchi» lasciati dai ritardi di Pfizer, d’accordo con le Regioni, il governo vara un nuovo piano di distribuzione dei vaccini con un meccanismo di solidarietà tra le Regioni per garantire i richiami: chi ha conservato più dosi di scorta le cederebbe a chi ha somministrato più vaccini rimanendo poi senza. Ma intanto ecco già i primi effetti dei ritardi con lo slittamento deciso da Lazio, Piemonte e Puglia dell’inizio della vaccinazione degli ultraottantenni e dei 400mila pazienti oncologici. L’obiettivo era quello di vaccinare over 80 e sanitari entro la fine di marzo. Ieri un milione e 200 mila persone ha ricevuto il vaccino, per 4.285 è arrivata la seconda dose.

La polemica sulle parole della Moratti

Non si placa poi la polemica sulle parole della vicepresidente della Lombardia Letizia Moratti che legava la consegna dei vaccini al Pil. Ma in una lettera inviata ad Arcuri, Moratti spiega di non aver mai «pensato di declinare vaccini e reddito, il Pil cui mi riferivo è un indicatore finanziario, produttivo, economico». Nonostante ciò, accuse e critiche sono arrivate un po’ da tutte le parti, a partire dal ministro Boccia: «Un’ipotesi contraria alla civiltà e ai diritti universali». Poi il sindaco di Milano Beppe Sala, «mi cadono le braccia», e il governatore della Campania Vincenzo De Luca: «Siamo ad un passo dalla barbarie».

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