Ikram Nazih, liberata la studentessa italo-marocchina in carcere in Marocco

di Redazione Cronache

La giovane studentessa era stata incarcerata a giugno in Marocco per un post su Facebook del 2019, in cui faceva ironia su un versetto del Corano

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È stata liberata la 23enne cittadina italo-marocchina Ikram Nazih, incarcerata a giugno in Marocco. Era stata incarcerata per una vignetta satirica pubblicata su Facebook. Ad annunciarlo, poco dopo le 16 ora italiana, il sottosegretario agli Affari europei Enzo Amendola a Marrakech, a margine dell’udienza in appello a carico della studentessa. La conferma è poi arrivata da una nota ufficiale della Farnesina.

Le reazioni

«Sono felice di darvi una buona notizia da Marrakech: a breve sarà liberata la giovane cittadina italo-marocchina Ikram Nazih, incarcerata a giugno in Marocco — aveva scritto Amendola prima della conferma della Farnesina —. Nel processo d’appello sono state ascoltate le ragioni della difesa e, grazie all’ottima collaborazione istituzionale con le autorità locali, Ikram uscirà di prigione. In queste settimane abbiamo lavorato insieme al nostro ambasciatore a Rabat Armando Barucco, al Consolato e di concerto con il ministro Di Maio e la Farnesina. Ad agosto ho seguito il caso personalmente, parlando con le parti interessate e andando a trovare Ikram Nazih nel luogo di detenzione. La nostra connazionale sta bene, a lei e alla sua famiglia vanno i miei migliori auguri. Continuano i solidi rapporti tra Italia e Marocco, frutto di un partenariato strategico», aveva detto Amendola.

La vicenda

Ikram Nazih, studentessa italo-marocchina nata nel 1998 a Vimercate, nel 2019 aveva fatto ironia su un versetto del corano (il «Kautar», quello in cui si obbligano i musulmani al sacrificio), definito su Facebook «il versetto del whisky». Il post (rimasto online per altro solo poche ore) era stato intercettato da un’associazione oltranzista marocchina, che lo aveva segnalato alla polizia di Marrakech. La sorpresa a giugno: atterrata il 20 giugno in Marocco per una vacanza con i genitori, Ikram, che studia all’Università di Marsiglia, in Francia, venne bloccata dalle autorità e quindi condanna a tre ani e mezzo di carcere per vilipendio della religione.

23 agosto 2021 (modifica il 23 agosto 2021 | 22:49)