26 ottobre 2020 - 15:20

Coronavirus, da Torino a Catania cittadini in piazza contro le misure anti Covid

Convalidati 4 arresti per i disordini di Roma. Sale la preoccupazione in tutta Italia. Da Torino a Catania la mappa del malcontento delle categorie colpite della stretta, imposta dal governo per fermare il contagio.

di Virginia Piccolillo

Coronavirus, da Torino a Catania cittadini in piazza contro le misure anti Covid
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Prima è venuta Napoli, con gli scontri che venerdì hanno causato feriti e due arresti, e domenica il corteo nelle vie centrali e il sit-in al Vomero. Poi Roma, con un raduno di Forza Nuova e e altri gruppi, dove sono state lanciate bombe carta e oggetti contro i poliziotti costati l’arresto, convalidato ieri, a quattro manifestanti: due per resistenza a pubblico ufficiale e due per danneggiamento, in attesa del processo per direttissima che si terrà a novembre. Ma altri sit-in e manifestazioni improvvisati stanno sorgendo da Torino a Terni, da Bari a Catania. Ecco la mappa. E le richieste di sindaci e regioni.

Torino: vietato sfilare

Doppia manifestazione lunedì alle 18 a Milano di esercenti contro le misure ancora più stringenti qui che in altre regioni, dovuta all’alto indice di contagio. A Torino centinaia di tassisti hanno invaso il centro lunedì mattina. In serata previste due manifestazioni, ma non potranno trasformarsi in cortei e dovranno sciogliersi entro le 22:30. La prefettura ha invitato a rispettare «l’esigenza che si svolgano in forma statica, con il rispetto delle regole di distanziamento sociale e l’obbligo di indossare protezioni delle vie respiratorie, e con esclusione di ogni forma di corteo».

Bombe carta

Due bombe carta sono state lanciate davanti alla sede della prefettura di Catania, domenica sera, dove protestavano lavoratori dello spettacolo e della ristorazione. Nessun ferito. Fumogeni a Verona dove domenica sera in strada è sceso un gruppo di estrema destra. A Bari la protesta, domenica sera, si è addensata in un corteo da Piazza Garibaldi alla prefettura. Imponenti le misure di sicurezza per evitare degenerazioni come quelle accadute a Napoli. A Salerno una protesta ha percorso le vie della città. e un gruppetto di manifestanti ha tentato di raggiungere la zona dove vive il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, inviso per il pugno duro con cui sta cercando di evitare il diffondersi del contagio.

«Io resto aperto»

La Fipe-Confcommercio convoca il mondo della ristorazione in piazza per mercoledì alle 11.30 in tutti i capoluoghi di regione. Intanto a Roma, davanti alla Camera dei deputati , in Piazza Montecitorio, sono giunti manifestanti soprattutto dalla Campania e della dalla Sicilia in rappresentanza, dicono, di ambulanti e titolari di bar, ristoranti, palestre, street food. Manifestazioni sono sorte, più o meno spontanee a Cosenza; a Siracusa con un corteo arrivato fin sotto la sede del palazzo del Comune; a Catanzaro; a Rimini; a Taranto dove sono stati esposti cartelli contro il ministro dello Sport: «Spadafora dimettiti». E a Taviano (Lecce) il titolare del cinema Multiplex Sala Fasano ha iniziato una solitaria disobbedienza civile esponendo un cartello: «Io resto aperto».

«Uniti o salta tutto»

Sostegno alla protesta arriva da presidenti di Regione. Numerosi anche i sindaci che appoggiano le proteste. A Ferrara il sindaco leghista, numero due dell’Anci Emilia-Romagna, lunedì è sceso in piazza. A Napoli ha annunciato la sua presenza con i manifestanti, Luigi De Magistris. E si allunga la lista di quanti appoggiano l’appello lanciato dal sindaco di Bari, presidente dell’Anci, Antonio Decaro per un patto tra Stato e cittadini, in favore di certezze in cambio dei sacrifici richiesti. Come ha detto domenica: «Uniti o salterà tutto».

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