21 ottobre 2020 - 18:46

Monte Bianco, la lite Italia-Francia sul confine. Nota della Farnesina

«Questione da risolvere in sede bilaterale» dice il ministero italiano. Un rebus che si trascina da secoli, rinfocolato da un incidente del 2019 e cavalcato da Giorgia Meloni

di Claudio Del Frate

Monte Bianco, la lite Italia-Francia sul confine. Nota della Farnesina
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Il ministero degli esteri italiano ha inviato oggi una nota di protesta ai pari grado francesi riguardo alla questione del confine tra i due Stati sul Monte Bianco. Da dove passa? L’interrogativo si trascina irrisolto da un paio di secoli e a riportarlo in primo piano è stata una interrogazione parlamentare andata in discussione pochi giorni fa e riguardante un «incidente di confine ad alta quota» avvenuto nel giugno del 2019. La discussione parlamentare ha lasciato le cose come stavano ma in compenso l’eco che la singolare questione ha riscosso sui social (a partire da un roboante tweet di Giorgia Meloni che ha parlato di «invasione» del territorio italiano da parte della Francia) ha indotto anche la Farnesina a chiarire la questione.

Il casus belli

Ma cosa ha provocato questa guerra (diplomatica) su un confine che passa tra i ghiacci a oltre 4.000 metri di quota? Il 27 giugno del’anno scorso i comuni di Chamonix e Saint Gervais (versante francese della montagna) hanno emesso un’ordinanza congiunta per vietare attività di parapendio su una «fetta» di territorio comprendente anche una zona che ricade sotto la sovranità italiana. In particolare il rifugio Torino, la punta Helbronner e una parte della Skyway, la funivia che sale versoi la vetta del Bianco. Atto unilatetrale, quello dei due comuni transalpini, che per quanto non avallato dalle autorità centrali di Parigi aveva subito provocato le proteste da parte italiana. Tra queste una interrogazione del parlamentare di Fratelli d’Italia Francesco Lollobrigida, messa all’ordine del giorno di Montecitorio solo a metà ottobre, 16 mesi dopo i fatti. A questo episodio si è aggiunto due settimane fa una direttiva della prefettura dell’Alta Savoia che ha introdotto alcune norme di tutela del massiccio, estese ancora una volta al territorio oggetto della contesa.

«Giù le mani dal monte Bianco!»

«Macron, giù le mani dal Monte Bianco!» si arrabbia Giorgia Meloni prendendo spunto dall’episodio, la quale paventa una annessione «strisciante» da parte della Francia di una pezzo di territorio italiano e un atteggiamento «servilista» da parte del governo. Una polemica che è musica per le orecchie sovraniste e che viene ripresa con gli stessi vibranti toni da altri esponenti del centrodestra. In aula, per il governo, ha replicato il sottosegretario agli esteri Ivan Scalfarotto, ricordando che l’Italia aveva da subito non riconosciuto l’ordinanza di Chamonix e Saint Gervais, perché avrebbe costituito un pericoloso precedente. Scalfarotto ha ricordato anche che Parigi e Roma si sono dette disponibili da tempo a chiarire la questione del confine sul Monte Bianco nell’ambito di una commissione bilaterale. La nota odierna della Farnesina ha poi ribadito di fatto questa linea.

L’intervento della Farnesina

Su istruzione del Ministro degli esteri Luigi Di Maio, l’ambasciata a Parigi ha espresso formalmente alle autorità francesi il «forte disappunto» italiano per le misure adottate dalla Prefettura dell’Alta Savoia e che hanno investito anche territori sotto sovranità italiana. Di Maio ha ricordato che Italia e Francia avevano concordato sulla necessità di «evitare qualsiasi iniziativa unilaterale delle autorità locali» su queste zone. Il ministro ha anche chiesto che fosse formulata alle autorità francesi la richiesta di intervenire sulla Prefettura dell’Alta Savoia affinché questa non includa «nelle misure ufficiali locali le zone oltre confine rientranti in territorio italiano, e ricadenti come tali sotto la sovranità nazionale dell’Italia». In ogni caso, «tali misure unilaterali che non possono e non devono incidere sul territorio italiano» ha indicato Di Maio «non potranno avere alcun effetto e non sono riconosciute dall’Italia».

Una disputa datata 1860

La frontiera italo-francese sul Monte Bianco è una disputa che in realtà vecchia di secoli, nata in pratica da quando la Savoia è passata dal regno del Piemonte alla Francia (marzo 1860). Una serie di studi cartografici non riescono mai ad arrivare ad una decisione condivisa, lo scoppio della seconda guerra mondiale peggiora ulteriormente la questione. Negli anni ‘60 (anche in corrispondenza con l’apertura del tunnel del Monte Bianco) se ne torna a parlare; la linea di demarcazione tra i due Stati viene considerata quello dello spartiacque tra i due versanti ma le cartografie presentate dalle due parti in causa non sembrano coincidere . La disputa, che tanto Roma quanto Parigi continua a ritenere non rilevante, si trascina senza successo per tutti gli anni ‘90.

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