25 marzo 2020 - 15:25

Coronavirus, il sindaco di Monteleone blinda il Comune con le balle di fieno

Il primo cittadino del piccolo paese in provincia di Foggia, dove ancora non ci sono casi, chiude anche negozi alimentari e farmacia: solo domicilio. L’area dell’Appennino Dauno è quella da dove proviene il premier Conte

di Michelangelo Borrillo

Coronavirus, il sindaco di Monteleone blinda il Comune con le balle di fieno
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Zero contagi. A Monteleone di Puglia, paese dell’Appennino dauno in cui il coronavirus non ha ancora fatto breccia (si registrano solo cinque cittadini che, tornati dalle zone rosse, si sono messi in auto isolamento) vanno fieri di questo record e vogliono fare di tutto per mantenerlo. E in mancanza di transenne sufficienti, il sindaco Giovanni Campese ha trovato una soluzione alternativa per isolare il comune più alto di Puglia con i suoi 859 metri sul livello del mare: utilizzare le balle di fieno per bloccare gli accessi al paese di mille abitanti. «Abbiamo utilizzato ciò che avevamo a disposizione, tra l’altro gratuitamente, essendo un paese a vocazione agricola, in particolare zootecnica. Non essendo dotati di molte transenne, abbiamo fatto ricorso alla materia prima della nostra comunità». Le balle di fieno, appunto, che martedì sera sono state posizionate sulle strade di accesso (tranne una, quella principale, via Mancini, in tal modo più facilmente controllabile dai vigili urbani) da 20 volontari della protezione civile a bordo di trattori.

Negozi chiusi, solo domicilio

L’Appennino dauno — di cui è originario anche il premier Giuseppe Conte, nato a Volturara Appula — è tra le isole felici della Puglia in quanto a contagi da coronavirus, a causa soprattutto del suo isolamento. E per allungare quanto più possibile questa situazione, il sindaco di Monteleone di Puglia ha disposto anche la chiusura al pubblico tutte le attività commerciali, compresi generi alimentari, forni, fruttivendoli e farmacia. «Per salvaguardare dal contagio la nostra piccola comunità composta da circa mille abitanti, di cui il 30% over 65 — spiega Campese — abbiamo attivato un servizio porta a porta, perché i nostri commercianti vanno anche fuori paese e potrebbero essere soggetti a rischio. I nostri concittadini fanno gli ordini telefonicamente a supermercati e farmacia e poi gli uomini della protezione civile provvedono ad effettuare lr consegne a domicilio. La nostra è una comunità con un forte senso civico». E per ora anche a prova di coronavirus.

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