10 marzo 2020 - 14:07

Coronavirus, 48 al corteo funebre: tutti denunciati ad Agrigento. Operai fermati a Capri

Controlli, arrivano i primi provvedimenti per le violazioni delle disposizioni del governo. Salta la commemorazione delll’assessore Tusa precipitato con l’aereo in Egitto: «Ci sarà tempo per stare insieme»

di Felice Cavallaro

Coronavirus, 48 al corteo funebre: tutti denunciati ad Agrigento. Operai fermati a Capri Controlli dei carabinieri (Ansa)
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AGRIGENTO I funerali affollati erano stati vietati dall’8 marzo su disposizione del cardinale di Agrigento, Francesco Montenegro, don Franco per tutti. Ma a Porto Empedocle, nella città di Pirandello e Camilleri, alcuni hanno ignorato anche le disposizioni del governo e il buon senso. Bloccati dai carabinieri sulla soglia del cimitero per assembramento e mancata distanza anti virus. Compreso il parroco che celebrava le esequie. Identificati e denunciati in 48. Un elenco passato al procuratore della Repubblica Luigi Patronaggio che dovrà decidere se applicare l’articolo 650 del codice penale, reato per il quale è previsto l’arresto fino a 3 mesi.

Il padre dell’assessore

Le raccomandazioni a tenere conto delle disposizioni governative anche prima dell’estensione della cosiddetta zona rossa all’interno territorio nazionale erano già arrivate dal sindaco di Porto Empedocle, Ida Carmina, Cinque Stelle, e dall’assessore alla Cultura Calogero Conigliaro. Uno storico quest’ultimo, sorpreso quando ha scoperto che fra i quarantotto denunciati figura il padre, un pensionato che però ha spiegato di essersi trovato all’uscita dal cimitero dopo essere andato a visitare la tomba del padre, deceduto un mese fa.

Incriminate due ragazze

Che una certa pietas umana sarà considerata in questo caso anche all’interno del palazzo di giustizia lo fanno capire i magistrati che con il procuratore hanno avuto, invece, la mano pesante contro due ragazze denunciate per l’articolo 650 e per procurato allarme. Due ragazze agrigentine rientrate da Roma e da Milano, pronte ai selfie con lo sfondo della città dei Templi, stupidamente fiere di essere sgattaiolate dalla zona rossa in barba ad ogni controllo. Come hanno fatto più di diecimila persone, giovani e meno giovani, negli ultimi due giorni facendo correre a tutti il rischio di una diffusione del virus nel Sud. Di qui la mano dura di Patronaggio che in questo caso ha chiesto l’identificazione con denuncia delle due ragazze.

I padovani di Capri

Tra i furbetti beccati nel Sud e denunciati dalla polizia anche due operai arrivati da Padova a Capri, incuranti della violazione della zona rossa ancor prima dell’estensione annunciata lunedì sera dal premier Conte. Loro erano già sbarcati con gli attrezzi del mestiere nell’isola, prendendo alloggio in una pensione di Capri, per cominciare ad eseguire al più presto i lavori di restyling di una boutique straniera, la cui apertura è prevista per l’estate. Ma hanno dovuto passare la prima giornata al commissariato perché, con senso civico, il proprietario della pensione ha comunicato nomi e città di provenienza agli agenti che hanno rintracciato i due «fuggitivi» al supermercato. Un guaio per loro che adesso, riposti gli attrezzi, dovranno trascorrere i 14 giorni di quarantena nella stessa pensione, mal sopportati dallo stesso proprietario.

Messa sospesa per la tragedia in Etiopia

Il buon senso prevale invece a Palermo dove il priore di San Domenico, il Pantheon di Palermo dove riposa anche Giovanni Falcone, ha sospeso la funzione religiosa prevista per il triste anniversario del disastro aereo di Addis Abeba, dove il 10 marzo dell’anno scorso, con altre 156 vittime, morì il famoso archeologo Sebastiano Tusa, in viaggio verso Nairobi in rappresentanza della Regione siciliana come assessore ai Beni culturali. Una tragedia che la vedova, Valeria Patrizia Livigni, e i figli avrebbero voluto ricordare a Palermo, come accade per gli altri 8 caduti italiani in diverse città. Uno stop alla funzione accolta con comprensione dalla dottoressa Livigni, nominata la scorsa estate sovrintendente del mare dal governatore Nello Musumeci: «Erano previste manifestazioni in memoria di Sebastiano da Taormina a Trapani. Compresa l’apertura gratuita dei musei per un giorno e la ‘Giornata dei beni culturali siciliani’. Ma dobbiamo ricordare i nostri cari, pregando lontani, tenendo conto delle norme di sicurezza. Un modo per superare un momento pesante. Ci sarà tempo per stare insieme...». Un saggio invito alla pazienza e alla rinuncia, carico di speranza. Come a volte non se ne vede fra selfie e autoritratti di ragazze disinvolte, negli assalti ai supermercati e perfino nelle folle ai funerali.

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