21 giugno 2020 - 13:34

Agrigento, migranti presi a schiaffi. Rimosso il poliziotto

In un video un ispettore umilia gli extracomunitari nel centro di accoglienza di Favara. Il questore: «È una persona di cui ci vergogniamo e che non ci rende onore»

di Felice Cavallaro

Agrigento, migranti presi a schiaffi. Rimosso il poliziotto
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FAVARA (Agrigento) – Non solo prende a schiaffi un migrante, ignaro che un cellulare filmi tutto, ma un ispettore di polizia costringe un ragazzo maghrebino del centro accoglienza di Favara a mollare una sberla dietro l’altra a un giovane disperato come lui perché impari... ad essere uomo. Testuali le parole energiche di questo massiccio ispettore con i capelli grigi, già denunciato in Procura e in servizio in uno dei reparti mobili schierati in provincia di Agrigento: «Sei un ospite e devi rispettare la legge, fai l’uomo».

La «lezione»

Con un malinteso senso dell’educazione a tutti i costi, in una miscela di alterato galateo da vecchio nonnismo, il video denuncia l’arroganza di un ispettore che, all’interno del Centro di contrada Ciavolotta, non viene fermato da quattro colleghi in divisa mentre assesta il primo potente ceffone invitando il ragazzo che gli sta accanto a fare altrettanto contro il suo compagno. E quello sbalordito non capisce. Scatta la traduzione di un altro migrante. Ma il giovane non vorrebbe colpire nessuno. Pressato dall’ispettore che gli grida fissandolo negli occhi, infine il ragazzo accenna, un po’ spaventato, una manata leggera, innocua, quasi chiedendo scusa con lo sguardo al suo amico.

L’inchiesta della Procura

No, l’ispettore, un siciliano da vent’anni nella città dei Templi, non si lascia prendere in giro. E scatta un altro suo vigoroso manrovescio che colpisce lo sventurato a guancia e orecchio. La «lezione» va avanti così per un minuto in un video scoperto prima dalla Adnkronos, poi finito nelle mani di una sociologa da anni impegnata ad Agrigento sul fronte dell’emigrazione, Giorgia Butera, presidente della Mete onlus, l’associazione che fa parte dell’Unar e che ha presentato la denuncia in questura ad Agrigento. Con immediato intervento della Procura diretta da Luigi Patronaggio che procede con l’accusa di abuso dei mezzi di correzione e che ha affidato tutto alla sostituta Cecilia Bavarelli, adesso impegnata negli interrogatori dei testimoni.

I provvedimenti del questore

Un fatto è certo. Per alcuni minuti gli ospiti della comunità di Favara sono stati costretti a schiaffeggiarsi a vicenda. Un modo, sembra, per punire chi avrebbe tentato una fuga. Come spesso capita in questi centri di accoglienza dove la questura diretta da Rossella Iraci è impegnata con ben altri metodi. E infatti è durissima la reazione del questore nei confronti dell’ispettore: «È una persona di cui ci vergogniamo e che non rende onore alla polizia di Stato. Non ci sono parole per descrivere quello che abbiamo provato». Avviata la procedura interna: «Stiamo adottando rigorosi provvedimenti disciplinari. Intanto, l’ispettore è stato rimosso dall’incarico. Forzatamente a riposo, ma lontano dai migranti. L’iter disciplinare ha i suoi tempi, ma noi non ci giriamo dall’altra parte. Agiremo in maniera pesante perché queste scene non possono essere nemmeno immaginate, né consentite. Vedremo anche se e quanto sono responsabili le altre persone presenti e che forse nulla hanno fatto davanti a questa manifestazione di impensabile e stupido nonnismo. Sì, saremo molto rigorosi, d’intesa con il Dipartimento pubblica sicurezza al cui vertice sta il capo della polizia».

La «mamma» dei migranti

La rabbia della dottoressa Iraci è legata al rischio di vedere annullare l’impegno continuo di «una questura premiata proprio per la materia dell’accoglienza con la medaglia d’argento al valore civile. Con riconoscimenti continui. Compresa la storia di Maria Volpe...». E il riferimento corre a un’altra ispettrice per tanti anni responsabile dell’ufficio minori, insignita dal presidente della Repubblica Mattarella con l’Ordine al Merito della Repubblica Italiana perché considerata «una mamma» da tanti sfortunati ragazzi approdati a Lampedusa e Porto Empedocle.

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