12 giugno 2020 - 21:56

Regeni, lo sfogo dei genitori dopo le navi vendute all’Egitto: «Traditi dallo Stato italiano: il fuoco amico fa male»

Il padre e la madre del ricercatore ucciso e l’affare da 1,2 miliardi firmato con il Cairo: dobbiamo lottare contro il nostro Stato per avere verità. Da Fico unica telefonata di solidarietà

di Claudio Bozza

Regeni, lo sfogo dei genitori dopo le navi vendute all'Egitto: «Traditi dallo Stato italiano: il fuoco amico fa male»
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«Dopo 4 anni e mezzo di menzogne e depistaggi... Lo Stato italiano ci ha tradito. Siamo stati traditi dal fuoco amico, non dall’Egitto. E da cittadino uno non si aspetta di dover lottare contro il proprio Stato per ottenere verità e giustizia». Sono durissime le parole di Claudio e Paola Regeni, genitori di Giulio, barbaramente ucciso in Egitto, all’indomani del via libera di Palazzo Chigi alla vendita di due navi da guerra al governo di Al-Sisi.

Il padre e la madre del giovane ricercatore friulano, intervistati a «Propaganda live» su La7, dicono che «la vendita di armi all’Egitto è un tradimento per tutti gli italiani e coloro che credono nella giustizia». E poi: «Chiediamo che i cinque ufficiali della national security vengano consegnati all’Italia per essere processati: finché non otterremo questo ci sentiremo traditi». La madre di Giulio ha poi rivelato di aver ricevuto, ieri, una chiamata dal presidente della Camera Roberto Fico (M5S), i cui parlamentari di riferimento stanno pressando il governo: «Abbiamo fiducia in Fico: ci ha ribadito che sta con noi e ci ha chiesto come stiamo. È l’unico uomo di Stato che ci ha chiamato, perché ha pensato che noi possiamo anche stare male». Zoro, conduttore di Propaganda live, durante la trasmissione ha poi intervistato ironicamente un vaso («Il Vaso degli Esteri», alludendo al ministro degli Esteri Luigi Di Maio), che ha risposto con la voce dell’ex premier Enrico Letta: «È stata una brutta figura dell’Italia», ha detto.

Giovedì sera, con la tensione in maggioranza arrivata a livelli tali da mettere a repentaglio un affare da quasi 10 miliardi tra Fincantieri e Leonardo, Giuseppe Conte è stato costretto a un blitz in Consiglio dei ministri. A Palazzo Chigi, a poche ore dall’inizio degli Stati generali, il premier ha riferito sulla vicenda ai componenti del governo, per poi ufficializzare il via libera per la vendita agli egiziani della Spartaco Schergat e della Emilio Bianchi, due navi militari commissionate per la nostra Marina militare e poi dirottate verso l’Egitto in cambio di 1,2 miliardi di dollari. Ascoltando la relazione di Conte, nessuno dei ministri si sarebbe opposto all’operazione. Unica eccezione il ministro della Salute Roberto Speranza, esponente della sinistra di Leu, che, pur non presente alla riunione, ha ribadito la netta contrarietà. Se da un lato il blitz di Conte ha chiuso «economicamente» la vicenda, dall’altro ha acuito la frattura politica all’interno dei due principali alleati di governo: Pd e M5S.

Il ministro Dario Franceschini, capo delegazione dei dem nell’esecutivo, per provare a contenere il danno ha chiesto a Conte una «iniziativa pubblica» per garantire che l’Italia andrà avanti nella ricerca della verità sulla morte di Giulio. Critica la posizione di Lia Quartapelle, capogruppo del Pd in commissione Esteri: «Il governo deve chiarire quali sono le linee della nostra politica nei confronti dell’Egitto — spiega —. Con le missioni internazionali stiamo aumentando il sostegno alla guardia costiera libica del governo di Tripoli, mentre vendendo le navi all’Egitto rafforziamo la capacità navale del Cairo, che combatte il governo di Tripoli». Mentre l’ordine del giorno di Matteo Orfini, altro dem critico, ha già raccolto 500 firme per chiedere al partito di fermare la vendita delle due navi da guerra.

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