19 gennaio 2020 - 19:36

Due donne gravi, avevano ingerito mandragora credendola borragine

Le due piante sono simili ma la prima contiene alcaloidi velenosi. L’avevano acquistata da un venditore ambulante abusivo. Il centro antiveleni di Pavia ha segnalato che all’ospedale di Cefalù era disponibile l’antidoto specifico

di Paolo Virtuani

Due donne gravi, avevano ingerito mandragora credendola borragine
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Due donne, madre e figlia di 72 anni e 56 anni, sono ricoverate in gravi condizioni in due ospedali di Palermo dopo aver ingerito una pianta che contiene alcaloidi velenosi, la Mandragora autumnalis, che avevano acquistato ritenendola borragine (Borago officinalis) da un venditore ambulante abusivo, ora ricercato dai carabinieri.

Salve grazie al centro antiveleni

Le due donne si sono presentate sabato in ospedale con sintomi di avvelenamento da mandragora: confusione mentale, vertigini, nausea, diarrea e malessere generale. S Il centro antiveleni di Pavia, dopo una ricerca nel database, ha segnalato che l’ospedale di Cefalù aveva le fiale con l’antidoto. Un’auto della polizia stradale è andata a prenderle e le ha portate dai medici del 118. I sanitari le hanno consegnate agli ospedali in cui le due donne nel frattempo erano state ricoverate. «In seguito all’ingestione di mandragora occorre somministrare fisostigmina, un antidoto specifico», spiega il medico Marco Palmeri della centrale operativa del 118 che ha coordinato l’intervento.

Tra Machiavelli e Harry Potter

La madragora è diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo meridionale. Le sue proprietà erano ben conosciute già nell’antichità e nel medioevo era considerata una pianta magica e inserita nei trattati di alchimia. Niccolò Machiavelli scrisse una commedia intitolandola Mandragola, in cui una pozione della pianta deve essere somministrata alla donna di una coppia sterile come unico metodo per avere figli. Viene citata anche in Harry Potter come pianta magica. La borragine, invece, è impiegata abitualmente in insalate e ripieni.

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