18 gennaio 2020 - 15:36

«Al lavoro a Bologna tra tossici e sardine». Bufera per il tweet con pistola e distintivo

Polemica in rete per un messaggio pubblicato da un account che rilancia messaggi e foto di polizia. Digos e polizia postale al lavoro per verificare l’autenticità del profilo. Un poliziotto fa denuncia: «Sono io, qualcuno mi ha rubato la foto»

di Rinaldo Frignani e Giovanni Viafora

«Al lavoro a Bologna tra tossici e sardine». Bufera per il tweet con pistola e distintivo
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«Il poliziotto nella foto sono io, vent’anni fa: qualcuno l’ha usata per aprire un account su Twitter a mio nome, ma io disconosco qualsiasi messaggio di quel profilo. Anche perché non ho un profilo». Così, ieri sera, l’agente indicato sulla piattaforma social come «Claudio 8013» e finito al centro delle polemiche per questo messaggio di giovedì scorso: «Ragazzi vi posto questa mia foto in un’operazione svolta proprio in quel di Bologna dove tra sardine, centri sociali, tossici e popolazione poco collaborativa, non è proprio una passeggiata di salute. Vi abbraccio amici». Parole - non si esclude riferite alla manifestazione di Bibbiano del 23 gennaio prossimo -, che hanno fatto scattare l’allarme al Viminale.

Colpo di scena

In serata il colpo di scena, anche se le indagini della Digos di Bologna e della Postale proseguono per cercare conferme alla versione del poliziotto che si è riconosciuto in quella foto dove compare con pistola in pugno e un vecchio distintivo al collo, ed eventualmente su chi ha deciso di utilizzare l’immagine a sua insaputa e per quali scopi, proprio alla vigilia dell’iniziativa delle Sardine in provincia di Reggio Emilia. Un giallo insomma, sul quale gli investigatori stavano già svolgendo accertamenti, insospettiti da alcuni particolari strani, come i numerosi e incessanti re-tweet sugli account di «Claudio 8013», come si trattasse di bot, di falsi profili.

Il monito di Gabrielli

Romano e laureato, con quasi 1.700 follower, il presunto poliziotto su Twitter (in un account sorridente, in un altro con il passamontagna dei reparti speciali) commenta di tutto, rimbalzando messaggi con slogan sovranisti. Fra chi gli risponde non sono pochi quelli che hanno avanzato dubbi sulla sua identità. Chi è coinvolto nella vicenda rischia ora una denuncia per i falsi profili e, in caso sua davvero un agente, un provvedimento disciplinare. A ottobre infatti il capo della polizia Franco Gabrielli ha emanato una circolare ad hoc sul comportamento che i poliziotti devono tenere sui social, «improntato al massimo rispetto dei principi costituzionali, delle libertà fondamentali, della dignità della persona e della non discriminazione». Opinioni si possono esprimere, certo, ma «sempre ponderando tempi, modi e caratteri, con correttezza, imparzialità e cortesia».

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