12 dicembre 2020 - 13:28

Killer dello Zodiaco, dopo 51 anni risolto il messaggio cifrato dell’assassino

Dopo mezzo secolo, un informatico della Virginia ha decriptato il secondo messaggio che il mostro inviò ad alcuni giornali californiani. L’FBI ha confermato la scoperta

di Massimiliano Jattoni Dall’Asén

Killer dello Zodiaco, dopo 51 anni risolto il messaggio cifrato dell'assassino
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C’è voluto mezzo secolo, precisamente 51 anni, per risolvere uno degli enigmi più celebri e macabri del secolo scorso. David Oranchak, un informatico della Virginia, ha finalmente decriptato il messaggio in codice contenuto nella seconda missiva che il famigerato e mai catturato Killer dello Zodiaco inviò al San Francisco Chronicle nel novembre del 1969. “Spero vi stiate divertendo molto nel tentare di prendermi - si legge ora nel messaggio - ma non ho paura della camera a gas perché mi manderà in paradiso dove ho già mandato gli altri: adesso ho abbastanza schiavi che lavoreranno per me”. L’FBI ha confermato la notizia, spiegando che la scoperta però non può dare alcun nuovo elemento agli investigatori per svelare l’identità dell’assassino seriale più famoso del Novecento. Insomma, Zodiac - come si firmava lo stesso killer - resta un’ombra e i suoi delitti un cold case.

37 vittime rivendicate

Il Killer dello Zodiaco è ufficialmente responsabile di cinque omicidi, avvenuti nella Bay Area tra il 1968 e il 1969. Le vittime erano tutte coppie che lui sorprendeva appartate in auto durante un momento di intimità e che “giustiziava” a colpi di pistola. Solo due persone sono riuscite a sopravvivere alle sue aggressioni, ma l’identikit fornito non ha mai aiutato la polizia a mettere le mani sull’assassino. Zodiac, però, attraverso le missive che mandava ai giornali o alle telefonate che faceva alla centrale di polizia, nel tempo ha rivendicato la morte di 37 persone.

Le lettere cifrate

Le lettere del mostro cominciarono ad arrivare ai giornali californiani nel 1969. Zodiac cercava pubblicità per i suoi macabri crimini, ma quando la stampa non pubblicava i messaggi cifrati che lui allegava alle lettere, minacciava di commettere altri omicidi. Nell’arco di un paio di anni, il serial killer inviò quattro crittogrammi, nei quali diceva che vi si trovasse celata la sua vera identità.
Le prime tre lettere quasi identiche vennero recapitate il 1º agosto 1969 ad altrettanti quotidiani: il Vallejo Times-Herald, il San Francisco Chronicle e il San Francisco Examiner. In esse, Zodiac rivendicava l’aggressione a due coppie (tre vittime e un solo sopravvissuto). Nelle buste era inclusa anche la terza parte di un crittogramma, per un totale di 408 caratteri (24 righe e 17 colonne). Zodiac pretese che ciascuna parte fosse stampata sulla prima pagina del rispettivo quotidiano, altrimenti avrebbe ucciso per ritorsione una dozzina di persone il quel weekend seguente. Tutte e tre le parti del crittogramma furono pubblicate e l’assassino sembrò placarsi. Ma un’altra lettera arrivò alla redazione del San Francisco Examiner il 4 agosto 1969. Lo scritto si apriva con un “Caro Direttore, qui è Zodiac che parla” ed era la risposta alla richiesta del commissario Stiltz di Vallejo di fornire ulteriori dettagli sugli omicidi per verificarne l’autenticità. Finalmente, l’8 agosto 1969 due lettori del San Francisco Chronicle, Donald e Bettye Harden, riuscirono a risolvere il crittogramma, che però non rivelava nulla sull’identità dell’assassino. Il messaggio delirante spiegava il motivo degli omicidi: Zodiac uccideva per piacere e con la certezza che le sue vittime sarebbero diventate i suoi schiavi nell’Aldilà.

14 anni per decriptare il messaggio

Il secondo cifrario utilizzato da Zodiac ha resistito agli attacchi dei code-cracker per 50 anni. Fino al 5 dicembre scorso, quando David Oranchak, che su YouTube gestisce un canale dedicato proprio ai cifrari usati dal Killer dello Zodiaco, è riuscito nell’impresa grazie all’aiuto di Sam Blake, un matematico di Melbourne, in Australia, e Jarl Van Eycke, un programmatore di computer belga. Il trio per riuscire là dove in migliaia prima di loro hanno fallito hanno usato un programma di decifrazione codici e testato 650.000 possibili soluzioni. Alla fine, il crittogramma ha svelato il suo contenuto: “Spero vi stiate divertendo molto nel tentare di prendermi ma non ero io nel programma televisivo che cercava di fare il punto su di me. Non ho paura della camera a gas perché mi manderà in paradiso dove ho già mandato gli altri, adesso ho abbastanza schiavi che lavoreranno per me. Gli altri che non vi hanno nulla sono spaventati dalla morte. Non sono spaventato perché so che la mia nuova vita sarà viva e facile in paradiso”.
A differenza di quello decodificato nel 1969, questo crittogramma è sempre stato considerato molto più complesso, suggerendo l’idea che l’assassino si sentisse frustrato dal fatto che il primo crittogramma fosse stato decifrato così facilmente. Ora però Oranchak si dice preoccupato per i famigliari delle vittime: “Il messaggio non li aiuta minimamente”, ha dichiarato Oranchak, “è la solita spazzatura che il killer amava scrivere. Voleva solo fare del male alle persone e spaventarle”.

Le indagini proseguono

L’unità code-cracker dell’FBI ha verificato il lavoro di Oranchak e ha confermato che il codice, noto come cifrario 340, è stato finalmente decriptato. L’agenzia ha spiegato che il cifrario è uno dei quattro utilizzati dal killer (ne restano altri due da risolvere) ed era stato preso in carica da un laboratorio del bureau il 13 novembre 1969. “Negli ultimi 51 anni abbiamo esaminato numerose soluzioni proposte dal pubblico”, si legge in una dichiarazione, “nessuna delle quali ha avuto esito positivo. Fino a oggi”. Anche le indagine non si sono mai fermate, soprattutto “per la divisione FBI di San Francisco”. Ma in mezzo secolo di rivelazioni, di smentite e di false piste non ci siamo avvicinati di un passo alla vera identità del Killer dello Zodiaco.

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