23 settembre 2019 - 10:45

È morto Enzo Lotti, il padre degli stuzzicadenti Samurai

Dalla betulla di Hokkaido all’intuizione geniale ai successi dell’industria padana. Il «carezzadenti» nasce «in onore dei guerrieri giapponesi e della tenacia mantovana»

di Carlotta Lombardo

È morto Enzo Lotti, il padre degli stuzzicadenti Samurai
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È stato protagonista di una stagione straordinaria, quella degli anni Sessanta, che ha trasformato l’economia italiana da agricola a industriale inventando un prodotto così comune da sembrare scontato: lo stuzzicadenti Samurai. È morto, dopo una breve malattia, Enzo Lotti, il padre del «carezzadenti» (da una pubblicità di fine anni Settanta) industriale, sterilizzato a caldo e con i raggi gamma, chiamato Samurai «in onore dei guerrieri giapponesi e della tenacia mantovana”, come amava spesso ripetere. «Affrontava con grande entusiasmo tutte le sfide che venivano proposte dal mercato e dalla tecnologia»: le persone a lui più vicine lo raccontano come un uomo geniale, sempre dedito al lavoro.

Enzo Lotti, il papà degli stuzzicadenti Samurai
Enzo Lotti, il papà degli stuzzicadenti Samurai

Il signor Tanaka e i fratelli mantovani

L’idea? Tutto comincia per caso, da un incontro fortunato e da un’intuizione semplice ma innovativa. A Milano, nel 1965,con il fratello Giovanni, Enzo Lotti, rappresentante come lui di commercio, si imbatte in un altro commerciante di legno: il signor Tanaka, che arriva dal Sol Levante, esporta legname ed è desideroso di portare in Italia il legno di betulla di Hokkaido, dolce e resistente. «Il legno è buono, ma per farci cosa?», si chiedono i due fratelli. Ed ecco l’intuizione geniale: le caratteristiche della betulla sono perfette per costruirvi degli ottimi stuzzicadenti. E, con la felicità del fare e il talento di chi è in grado di trasformare materiali semplici in oggetti di straordinaria utilità, Enzo e Giovanni creano i celebri «Samurai».

Leader di mercato

Da subito, i suoi stuzzicadenti diventano leader del mercato quando i bastoncini per il «dopo pasto» erano ancora un prodotto povero, costruito in legno di pioppo. Nasce un impero: esportazioni in tutto il mondo ma produzione «made in Mantova». L’azienda si chiama Sis (Società italiana spugne e stuzzicadenti), trasformata in Sisma negli anni Duemila. Nel 2015, quando compie mezzo secolo di vita, fattura 57 milioni, esporta il 21% del prodotto compreso il mitico stuzzicadenti in legno, dà lavoro a 260 dipendenti distribuiti tra i due stabilimenti mantovani di Valdaro e Villanova De Bellis e quello milanese di Bollate, comprato negli anni ’90 dal colosso americano Procter & Gamble.

Le nuove «invenzioni»

Da allora la cavalcata dell’azienda non si è mai interrotta e ha seguito costantemente i canali dell’innovazione. Negli anni Settanta durante un viaggio negli Usa per raccattare nuove idee i Lotti si imbattono nei bastoncini per l’igiene dell’orecchio. Una cosa mai vista in Italia. Decidono di importarli e di chiamarli Cotoneve. È un successo. Negli anni Novanta, ecco l’altra «invenzione»: i dischetti per struccarsi, naturalmente prodotti a modo loro, cioè con una tecnologia di alta qualità che li rende più igienici e resistenti. Tenacia, innovazione, qualità. È questo, il merito dei fratelli Lotti, esponenti di quelle piccole e medie imprese italiane che sono la forza di questo Paese. A dimostrare, ancora una volta, che il vero welfare italiano è quell’intuito e quel talento imprenditoriale che il mondo ci invidia.

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