11 novembre 2019 - 11:38

«Gramsci gay», imbrattato il murale di Turi. I volontari si mobilitano per cancellare la scritta

La scritta comparsa sull’opera dedicata al filosofo e intellettuale comunista, fondatore del Pci, rinchiuso nel carcere di Turi durante il regime fascista. La denuncia dell’associazione Retake: «Difendiamo questa città stupenda e la sua storia»

di Silvia Morosi

«Gramsci gay», imbrattato il murale di Turi. I volontari si mobilitano per cancellare la scritta
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La parola «gay» scritta — con vernice rossa — sul volto di Antonio Gramsci, politico, intellettuale, fondatore del Pci e dell’Unità, nato ad Ales vicino a Cagliari nel 1891. L’atto vandalico è stato compiuto nella notte di domenica a Turi, in provincia di Bari, nella zona di largo Pozzi. L’opera ha l’obiettivo di ricordare il periodo in cui il politico e filosofo fu rinchiuso nel carcere di Turi durante il regime fascista, condannato a vent’anni di prigione: proprio durante la detenzione, nel 1929, iniziò a scrivere i «Quaderni dal carcere», che diverranno ben 33, uno sviluppo originale e approfondito della filosofia marxista. Il libro fu pubblicato postumo da Einaudi nel 1947 e vinse il Premio Viareggio nello stesso anno. A causa delle gravi condizioni di salute, Gramsci — il detenuto 7.047 — nel 1934 chiese e ottenne la libertà condizionale, prima di morire il 27 aprile del 1937 nella clinica Quisisana di Roma, stroncato da un’emorragia cerebrale, pochi giorni dopo essere stato liberato.

«Difendiamo la storia»

A denunciare l’accaduto l’associazione Retake Bari — movimento spontaneo di cittadini, impegnato nella lotta contro il degrado, nella valorizzazione dei beni pubblici e nella diffusione del senso civico sul territorio — che su Facebook ha scritto: «Gli amici di Turi ci segnalano l’ennesimo atto vandalico. Siamo in Largo Pozzi e tutto ciò non ha bisogno di ulteriori commenti. Siamo disponibili ad aiutarvi. Chiunque voglia e possa aiutarci è benvenuto. Ci auguriamo che da qui possa nascere Retake Turi, difendiamo questa città stupenda e la sua storia», invitando alla mobilitazione per ripulire l’opera.

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