1 marzo 2019 - 21:03

Fidanzati uccisi a Pordenone, l’appello conferma l’ergastolo a Ruotolo

L’uomo aveva sparato ai due mentre erano nel parcheggio del palazzetto dello sport, mosso dall’astio e dalla gelosia

di Redazione Online

Fidanzati uccisi a Pordenone, l’appello conferma l’ergastolo a Ruotolo
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È stata confermata dalla Corte d’assise di Appello di Trieste la condanna all’ergastolo inflitta in primo grado a Giosuè Ruotolo, accusato del duplice omicidio della coppia di fidanzati uccisi a colpi di pistola la sera del 17 marzo 2015 nel parcheggio del palazzetto dello sport di Pordenone. Il verdetto di primo grado era stato emesso della Corte d’assise di Udine l’8 novembre 2017.

L’omicidio e la prima condanna

Ruotolo era stato condannato all’ergastolo dalla Corte d’assise di Udine nel novembre del 2017, riconosciuto colpevole di aver esploso i sei colpi di pistola che uccisero Trifone Ragone, 28 anni, di Adelfia (Bari), suo ex coinquilino e commilitone alla caserma De Carli di Cordenons (Pordenone), e Teresa Costanza, 30 anni, assicuratrice milanese di origini siciliane, trasferitasi per amore con lui in Friuli. Un astio profondo maturato nei confronti della coppia, unito alla paura di non riuscire a fare carriera a causa loro, lo aveva spinto a premere il grilletto: una glaciale esecuzione, secondo gli inquirenti.

La difesa

Subito dopo la lettura del verdetto la madre dell’imputato ha urlato più volte lasciando l’aula e poi anche nel corridoio del Tribunale, «Questa non è giustizia, questa non è giustizia». Giosuè Ruotolo, invece, ha seguito la lettura della condanna facendo cenno di no con la testa, mantenendo uno sguardo basso. La sentenza è stata emessa dopo circa otto ore di Camera di Consiglio. La giuria, presieduta da Igor Maria Rifiorati, si era ritirata intorno alle 12:30 dopo aver ascoltato le repliche della difesa, affidate a uno dei legali di Ruotolo, Giuseppe Esposito, e le dichiarazioni spontanee dell’imputato, che ha preso la parola per la prima volta nel processo d’appello. «Tra me e Trifone c’era un rapporto cordiale. Sono stato condannato all’ergastolo, ma di mio in questo processo non c’è nulla, come confermato anche dai Ris di Parma. Non ho mai litigato né verbalmente né fisicamente con Trifone e in questo senso sono le testimonianze dei commilitoni», ha detto. L’udienza, la sesta di un processo cominciato il 12 ottobre scorso, è durata circa tre ore e si è conclusa in questo modo.

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