19 giugno 2019 - 15:47

Sabrina Paravicini, Jessica di «Un medico in famiglia» e la lotta contro il cancro: «Insultata per la chemio»

L’attrice 48enne che interpretava Jessica Bozzi nella serie televisiva racconta la sua battaglia contro un tumore al seno

di Annalisa Grandi

Sabrina Paravicini, Jessica di «Un medico in famiglia» e la lotta contro il cancro: «Insultata per la chemio»
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La ricordiamo tutti nei panni dell’infermiera Jessica Bozzi nell’amata serie televisiva «Un medico in famiglia». Ma lontano dal piccolo schermo, Sabrina Paravicini sta combattendo la sua battaglia più difficile. Quella contro un tumore al seno. È lei stessa a raccontarlo, sui social, a mostrarsi nel letto d’ospedale, mentre fa la chemioterapia. A spiegare cosa le sta succedendo.

La malattia

Lo scorso anno Sabrina aveva spiegato di aver messo da parte la carriera per stare vicina al figlio13enne Nino, che ha la sindrome di Asperger. Pochi mesi dopo, la scoperta della sua malattia. Il tutto è partito da una cisti che, spiega l’attrice, teneva sotto controllo da anni. E che a un certo punto ha iniziato a farle male. «Il tumore era nascosto dietro la cisti che stava sotto al capezzolo, pare che le cellule tumorali abbiano attaccato la cisti e grazie a questo attacco il mio corpo ha parlato. Quando ho avuto la diagnosi, il tumore aveva solo sei mesi, era grande due centimetri e mezzo e aveva già creato un’area infiammatoria di 6 centimetri. Era veloce e aggressivo. Non ancora operabile. Nel giro di due settimane ho iniziato la chemioterapia» spiega sui social.

Il racconto e le critiche

Dove racconta passo passo le cure a cui si sta sottoponendo, ma risponde anche a chi proprio l’ha accusata di «stare distruggendo il suo corpo con la chemio». «La chemio è offensiva e orribile - scrive l’attrice 48enne - ma è l’unica cura certa e protocollata. Anche io non la volevo fare, non volevo il veleno nel mio corpo e solo io so quanto è avvelenato oggi il mio corpo dalla chemio. Ci ho anche provato a pensare di fare qualcosa di alternativo, non potevo permettermi di perdere neppure un mese, figuriamoci un anno per sperimentare. A tre giorni dalla diagnosi, una sorta di guru alternativo mi ha insultata per telefono perché non ho accettato di fare solo il ‘suo’ protocollo curativo di 120 giorni, mi gridò: “Si faccia avvelenare dalla chemioterapia, che stupida!” Ma questo è il referto della risonanza che ho fatto dopo 4 cicli di epirubicina, un mese fa: remissione al 90% del tumore». Insomma, nella sua battaglia c’è stato anche chi le ha telefonato per criticarla. E in tantissimi fan, dopo lo sfogo su Instagram, le inviano i suoi messaggi di sostegno.

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