6 agosto 2019 - 21:47

La confessione di un 17enne
«Ho lanciato io il cassonetto»

Savona, il dodicenne colpito in spiaggia. «Avevo bevuto, volevo tirarlo in mare»

di Erika Dellacasa

Il tratto di Aurelia a Bergeggi (Savona) da cui è stato tirato il cassonetto Il tratto di Aurelia a Bergeggi (Savona) da cui è stato tirato il cassonetto
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Ha cercato di negare ma è durata poco davanti ai carabinieri la resistenza del diciassettenne di Torino che nella notte fra venerdì e sabato ha lanciato un bidone della spazzatura da una scogliera di Bergeggi colpendo al volto un ragazzino di dodici anni che dormiva in tenda con la famiglia, in spiaggia. «Sono stato io» ha ammesso: «Ero in discoteca, avevo bevuto. Quando siamo usciti volevamo comprare dei panini al chioschetto lì vicino ma era chiuso».

Un gesto rabbioso

Così per scaricare la delusione di aver trovato chiuso, per ritorsione, per spacconeria, il ragazzo (diventerà maggiorenne fra un mese) ha afferrato un bidoncino della spazzatura e lo ha scaraventato oltre la scogliera. Un volo fra i quindici e i venti metri. Il cassonetto marrone, con la scritta «carta» (ma sembra contenesse i residui umidi del chioschetto) è piombato sulla tenda dove dormiva una famiglia francese in campeggio libero. Ha colpito di rimbalzo al capo e al volto un ragazzino di dodici anni. È ricoverato all’ospedale pediatrico di Genova, il Gaslini, da ieri respira autonomamente ma la prognosi rimane riservata, i medici vogliono accertare che non abbia riportato danni neurologici anche se le notizie sono di un miglioramento.

Un proiettile mortale

Prima che la notte dei campeggiatori fosse sconvolta la sorella quattordicenne del ragazzo si era spostata in tenda perché era in una posizione scomoda: il cassonetto è arrivato proprio dove si trovava poco prima e si è abbattuto sul fratello. Se avesse colpito la giovane lei non avrebbe avuto scampo. Un proiettile di dieci chili con la velocità acquisita in venti metri di volo è un’arma letale. «Non volevo fare male a nessuno — si è difeso il responsabile —. Credevo che il cassonetto finisse in mare. Da dove eravamo non si vedeva che sotto c’erano delle tende. Mi dispiace, veramente». I carabinieri hanno ritenuto attendibili le dichiarazioni del minorenne che si è presentato accompagnato dai genitori prima preoccupati della convocazione, poi sconvolti dalla confessione.

Il ruolo chiave di un teste

Torinesi, avevano affittato un appartamento per un mese a Spotorno. Fino alle ammissioni del figlio non avevano capito che era lui il ragazzo che i carabinieri stavano cercando.«È apparso molto turbato» ha detto il comandante della compagnia di Savona Dario Ragusa. Il giovane è stato denunciato alla Procura dei minori per lesioni gravi. Nelle indagini è stato fondamentale un ragazzo che ha visto tutto e ha fornito una descrizione del responsabile ma non il nome. Dopo il lancio del cassonetto un altro ragazzo, di Novara, ha pensato bene di scaraventare un secondo bidoncino dalla scogliera. Fortunatamente è stato fermato dagli arbusti. Il consolato francese sta assistendo la famiglia del dodicenne ferito, il padre è uno psichiatra ospedaliero, convinto ambientalista: a Bergeggi si trovava con la moglie e i tre figli. Si è temuto, per un certo tempo, di essere davanti a un’aggressione contro i campeggiatori (di fatto abusivi) mal tollerati dai residenti. Non era così. Una stupida bravata che sta costando a un bambino e alla sua famiglia un enorme dolore.

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