Romano La Russa 70

Sentite un po’: «Gli studenti di Pisa, a cui i poliziotti hanno dato solo quattro spintoni, rappresentano le avanguardie delle spranghe che cinquant’anni fa usarono i loro nonni, perché la sinistra è stata e continua a essere come Hamas, che in guerra manda avanti donne e bambini». Il padre di questo paragone doppiamente ardito tra gli anni Settanta e il presente, e tra i terroristi palestinesi e la sinistra d’oggidì, è Romano Maria La Russa, assessore lombardo e fratello della seconda carica dello Stato.

Gli si potrebbe anzitutto obiettare che a Pisa i poliziotti non hanno rifilato spintoni, ma manganellate (a meno che anche i video in circolazione siano stati ritoccati dalla principessa Kate). Concentriamoci però sull’idea che dietro gli studenti «avanguardisti» ci sia una cellula di violenti, protetti dalla sinistra istituzionale e pronti a replicare le gesta dei loro avi. La Russa II ripensava agli scontri della sua giovinezza (non più primavera di bellezza, ma di opposti e maneschi fanatismi).

La buona notizia è che l’imbuto della Storia italiana si è finalmente spostato: dal 25 Aprile agli anni ’70. Quando criticano gli antifascisti, certi esponenti della destra non si riferiscono più ai partigiani, ma agli estremisti che fronteggiavano nelle piazze. Il treno dei rancori viaggia sempre in ritardo, però adesso soltanto di mezzo secolo: ancora un piccolo sforzo e chissà che prima della fine della legislatura non riesca a raggiungere la stazione del presente.

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14 marzo 2024, 06:39 - modifica il 14 marzo 2024 | 09:49

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