27 marzo 2020 - 18:20

Coronavirus: primo caso di un gatto positivo, contagiato dal padrone

I veterinari: «Episodio isolato, non c’è ragione di pensare che gli animali domestici possano essere vettori dell’epidemia». A Hong Kong il 1* marzo un caso in un cane

di Paolo Virtuani

Coronavirus: primo caso di un gatto positivo, contagiato dal padrone (Epa)
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Viene dal Belgio la notizia del primo caso di coronavirus in un gatto. Il contagio gli sarebbe stato trasmesso dal padrone, come afferma una nota della facoltà di medicina veterinaria di Liegi. «Gli esami hanno evidenziato che il gatto di una persona infettata dal Covid-19 è stato contagiato dal suo padrone e ha quindi ha sviluppato dei sintomi e un’infezione che è stata confermata», ha annunciato il virologo Emmanuel André, portavoce interfederale della lotta contro il coronavirus in Belgio. «Questo tipo di trasmissione, però, va dall’uomo all’animale, non il contrario, e necessita di un contatto ravvicinato fra i due durante la vita quotidiana», ha precisato. «Si tratta di un caso isolato, ma le autorità hanno proposto di adottare una serie di misure di precauzione per le persone infettate che hanno un animale domestico. Oggi non c’è ragione di pensare che gli animali domestici possano essere vettori dell’epidemia».

Il cane di Hong Kong

Il 1* marzo era stato segnalato un caso di un cane, un volpino di Pomerania, contagiato a Hong Kong. Già durante l’epidemia di Sars del 2003-2004 si erano registrati casi di gatti risultati positivi all’agente virale.

Il veterinario: «Cani e gatti non ci portano il contagio»

«Da un punto di vista scientifico non mi sorprende che ci possa essere una replicazione del virus in alcuni animali», spiega Massimo Castagnaro, membro del College europeo dei patologi veterinari (Ecvp). «Cosa ben diversa è sostenere che possa esserci un passaggio da cane o gatto a uomo: su questo non c’è alcuna evidenza scientifica e mi sembra anche difficile da ipotizzare perché non esistono studi che mettano in evidenza l’esistenza negli animali domestici di recettori cellulari specifici per questo coronavirus». Anche gli effetti che il Sars-CoV-2 ha sugli animali sono difficili da capire. «Ci sono solo due episodi conosciuti al mondo: il gatto di Liegi e il cane di Hong Kong. In questo secondo caso le notizie che ci sono arrivate indicano una bassa presenza del virus nel cane contagiato. Due singoli episodi non cambiano la situazione», dice il veterinario. «Tutte le evidenze sono concordi che il virus passa da uomo a uomo, non da animale a uomo. Anche se gli ultimi studi pubblicati indicano nel pangolino la specie intermedia di passaggio del virus dai pipistrelli all’uomo». C’è però un pericolo che il virus possa essere presente sul pelo di cani e gatti? «È stato dimostrato che il virus vive per un tempo breve e con carica che si riduce rapidamente sulle superfici, quindi potrebbe esserci anche nel pelo di cani e gatti se questi vengono a contatto con una persona positiva», conclude Castagnaro. «Se si è in presenza di una persona che è risultata positiva occorre prendere tutte le precauzioni del caso con cani e gatti così come con tutte le altre persone presenti nella stessa casa. Però, ripeto con forza, gli animali non portano a noi il virus e non sono vettori di contagio. Perciò non vi è alcuna ragione di abbandonarli».

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