Brescia, la tragedia della piccola Eva morta in piscina: la famiglia ora vorrebbe donare gli organi

di Mara Rodella

Le testimonianze disperate degli adulti presenti venerdì sera alla cena all’aperto dove un attimo di distrazione ha cambiato le vite d tutti: lo zio l’ha riportata a galla, ma il cuore della bimba ha smesso di battere dopo due giorni in coma

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Due giorni di preghiere, di speranze appese al filo sottilissimo di un piccolo cuore che ce l’ha messa tutta, per non mollare. Ma ha smesso di battere. Lì, in una stanza colorata del reparto di terapia intensiva del Civile, dove la piccola Eva, nemmeno due anni, era arrivata in condizioni critiche e in codice rosso, trasferita d’urgenza venerdì sera dopo essere caduta in piscina a casa dei nonni, sul Garda. In coma per due giorni, alla fine si è arresa. Lasciando il vuoto attorno. Con il passo tanto veloce quanto impacciato tipico dei piccoli che a stento trattengono quella voglia incontenibile di scoprire il pezzettino nuovo di mondo pochi centimetri in là insieme agli amichetti, trotterellava felice a pochi metri dalla tavola imbandita. C’era anche la mamma, in attesa che il papà rientrasse dal lavoro. Le vocine stridule, le corse goffe, i giochi con i cuginetti. Fino a quando la sua, di vocina, confusa tra le altre fino a un secondo prima, non la si è sentita più.

Perché per trasformare quella piacevole serata ormai estiva in compagnia in una tragedia inenarrabile, di quelle che la vita te la segnano indelebilmente, è bastata una frazione di secondo. Un attimo di distrazione, leggerezza, di chiacchiere coinvolgenti. Tanto veloce quanto lo sguardo fulmineo di uno dei commensali diretto alla piscina, in giardino, poco lontano. Il cuore in gola e la serenità data per scontata che si sgretola. È successo a Lonato, nella frazione di San Tomaso: è lì che la piccola Eva (che avrebbe compiuto due anni tra pochi giorni) venerdì sera stava cenando con i genitori, gli zii e i parenti a casa di nonna. Che cosa sia successo, al di là delle testimonianze disperate dei presenti, è ancora al vaglio dei carabinieri, coordinati dalla procura, che stanno conducendo una serie di accertamenti per ricostruire la drammatica sequenza degli eventi. Sta di fatto che a un certo punto è stato lo zio paterno della piccola ad accorgersi della sua assenza.

O meglio, a scorgere quelle sue scarpette galleggiare a pelo d’acqua, poco prima delle 21. Immediatamente si è precipitato a soccorrere la nipotina, mentre in contemporanea partiva la chiamata ai soccorritori del 118. Quando l’ha tirata fuori dalla piscina, Eva era in fin di vita. Rianimata, è stata trasportata in ospedale in condizioni critiche, dove purtroppo il suo cuoricino si è fermato quasi due giorni dopo. Il pm di turno, Paolo Savio, ha aperto un fascicolo in procura: al momento nessuno risulta iscritto nel registro degli indagati. «Siamo davvero tutti affranti per questa tragedia enorme, come comunità e come genitori — dice il sindaco di Lonato, Roberto Tardani — Tutti ci stringiamo davvero attorno a questa famiglia». La cui intenzione, peraltro, è quella di donare gli organi della piccola. Per salvarne altri.

17 maggio 2022 (modifica il 18 maggio 2022 | 09:30)