17 dicembre 2018 - 22:30

Zapata in rete al primo minuto, gol annullato alla Lazio: vince l’Atalanta

Il gol in apertura del match, di Zapata, è stato difeso fino alla fine dalla squadra di Gasperini. Grazie al Var niente gol per il biancoceleste Acerbi. I nerazzurri ora sono sesti a 24 punti, con più vittorie di Roma e Sassuolo (a parimerito)

di Andrea Losapio

Zapata in festa con Freuler dopo il gol Zapata in festa con Freuler dopo il gol
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Nella morsa del gelo è un gol a freddo a far esultare l’Atalanta contro la Lazio. Zapata, match winner contro l’Udinese, firma il suo quinto gol consecutivo — in tre partite — ma non è l’unico boato di un match tirato: al novantaseiesimo, tre minuti dopo che Acerbi, con una zuccata, aveva riportato la gara in parità, il Var ha concesso i tre punti ai nerazzurri, ora a 24 punti, meno uno dai biancocelesti e a due dalla zona Champions.

Che il momento non sia dei più semplici, in casa Lazio, lo si vede da settimane, con Lotito furioso per i quattro pareggi — in campionato — e le due sconfitte in Europa League, nelle ultime sei. Il quadro della situazione è ben dipinto da Gosens, con un affondo sulla sinistra, rifinito dalla premiata ditta Acerbi-Radu, che combinano un patatrac, e impreziosito dallo stop e tiro di Zapata. Così dopo 59 secondi la contesa è sull’1-0 per i nerazzurri, con un altro copione rispetto a quello prefissato dove la velocità di Immobile la farebbe da padrona, mentre le giocate di Milinkovic-Savic e Correa dovrebbero illuminare. E se l’argentino si accende, ricamando tra le righe, il serbo rimane impigliato tra le maglie nerazzurre, trovando solo un colpo di testa nell’intero primo tempo per dare un po’ di lustro alla propria condotta.

Invece l’Atalanta cerca di premere, con un Freuler che riesce a recuperare tanti palloni — e perderne uno o due, normale amministrazione per chi galleggia a centrocampo — e Gosens che buca il lato destro laziale. Invece Zapata ingaggia un duello rusticano con Wallace, perennemente in difficoltà contro tutti. Il gioco premia la Lazio, che in due o tre occasioni impensierisce Berisha, ma l’Immobile della prima frazione è in versione Nazionale, sprecone e impreciso, mentre Palomino cerca l’anticipo praticamente sistematico. Le discese di Ilicic sono più belle che efficaci, senza il guizzo che lo contraddistingue.

La temperatura frizzante va di pari passo con la gara, soprattutto quando Gosens sforna l’ennesimo cross, stavolta a campi invertiti, pescando ancora Zapata che si avvita, spaventando Strakosha ma concludendo a lato. Poi è lo stesso portiere albanese a impensierire i ventuno in campo, poiché una pedata in viso costringe Ilicic a togliergli la lingua dalla bocca per evitare guai peggiori. Spesso pasticciona, soprattutto negli interventi difensivi, la linea atalantina riesce a cavarsela non senza affanno. E alle volte il piede da ringraziare è quello avversario, con Immobile che continua a litigare con il pallone, sbagliando ogni tocco in area, una vera rarità in campionato.

Il passare dei minuti portano poche novità, a parte che le due fazioni si scollano, chi per difendere il risultato chi per modificarlo. Ne escono fasi decisamente alterne, con una sofferenza controllata per la banda Gasperini, che si affida a un Zapata in forma smagliante, a mo’ di centroboa pallanuotistico. Tanto che Wallace viene sostituito quasi per disperazione (e per un cartellino giallo risparmiato, sarebbe stato il secondo) per inserire Caicedo, un’altra punta. Finite le idee la Lazio si affida ai lancioni e alle torri, più per guadagnarsi un’occasione di rimbalzo, che arriverebbe al minuto novantatré. Condizionale d’obbligo perché Acerbi è in posizione di fuorigioco, con la tecnologia che sancisce l’1-0 finale.

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