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Addio a Franco Cassano, padre del pensiero meridiano: "Siamo tutti orfani"

Addio a Franco Cassano, padre del pensiero meridiano: "Siamo tutti orfani"
Il sociologo barese, 78 anni, ha perso la sua battaglia contro una lunga malattia all'alba di martedì 23 febbraio. Il sindaco di Bari: "Ci ha insegnato a credere in quello che siamo e, soprattutto, in quello che possiamo diventare". Zingaretti: "Ha aperto strade nuove al pensiero della sinistra". Il ministro Orlando: "Ci lascia un patrimonio culturale importantissimo"
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E' morto Franco Cassano. Il sociologo barese, 77 anni, ha perso la sua battaglia contro una lunga malattia all'alba di martedì 23 febbraio. Professore ordinario di sociologia, ha esordito come autore fin dagli anni Settanta e con il suo saggio Il pensiero meridiano è diventato celebre in tutto il Paese. In quelle pagine, Cassano ha posto le basi per quello che è stato definito come 'nuovo meridionalismo'.

Il sociologo è stato presidente dell'associazione di cittadinanza attiva Città plurale, che ha anticipato la stagione culturale e politica della cosiddetta Primavera pugliese. La sua esperienza politica l'ha portato alla Camera dei deputati nel 2013, eletto come indipendente nelle file del Partito democratico.

Centinaia i messaggi di cordoglio pubblicati sui social network. Con un post su Facebook, il sindaco di Bari e presidente nazionale dell'Anci, Antonio Decaro, ricorda Cassano come l'intellettuale che "ci ha insegnato a credere in quello che siamo e, soprattutto, in quello che possiamo diventare. Dire che ci mancherà è troppo poco. Oggi siamo tutti orfani. Addio Franco".

E ancora: "Un intellettuale e un maestro - aggiunge il primo cittadino - un uomo dall'intelligenza originale e sorprendente, che come nessun altro ha saputo rivoluzionare i paradigmi del racconto del Sud e dell'essere meridionali. Un uomo a cui questa terra deve moltissimo. Un uomo di sinistra. Un uomo sempre di parte. Un uomo mai fazioso. Un uomo che riusciva a coniugare un pensiero solidissimo e profondo, con una straordinaria leggerezza".

Anche il governatore Michele Emiliano affida ai social network il suo omaggio all'intellettuale barese. "Piango la scomparsa di un amico al quale non ho mai avuto la forza di confidare, per pudore, quanto sia stato importante. Mi illudo oggi con rimpianto che egli ne fosse comunque consapevole. Un grande intellettuale del Sud che, a differenza di altri, ha tracciato una via che la politica ha realizzato, sia pure lasciandolo perennemente inquieto".

"Io e Nichi Vendola - prosegue Emiliano - sappiamo quanto gli dobbiamo e quanto di lui abbiamo disatteso, nella convinzione di essere stati sempre fedeli alla nostra terra al di là dell'ossequio e della convenienza. È stato un uomo che ha saputo leggere nel profondo la società e descriverne le opportunità".

"Le nostre vite - rileva Emiliano - sono cambiate rispondendo al suo appello, continuo, incessante, a realizzare una visione di bellezza, di amore verso il prossimo, di giustizia, di modernità senza dimenticare la Storia e la sua proiezione nella nostra anima. Non a caso - sottolinea il presidente della Regione - la sua e la mia isola preferita è Itaca, dove in nome dell'eroe più spregiudicato e moderno abbiamo coltivato la pretesa di conservare attraverso il mare gli odori e le favole del Mediterraneo".

È un lungo post, quello del governatore. Lo stesso nel quale Emiliano risale fino ai tempi della sua prima volta da candidato a sindaco di Bari. "Non sono mai del tutto entrato in confidenza con lui per il rispetto che nutrivo verso uno dei pochi maestri della mia vita. Persino - si legge fra l'altro - quando si è battuto nella Convenzione del centrosinistra a Bari assieme a Cinzia Capano e ad altri per farmi candidare a sindaco della città, non ho mai avuto il coraggio di parlargli. Piuttosto attendevo di sapere da lui, come sempre, se avesse rimproveri o suggerimenti da darmi. Non ho sempre soddisfatto tutte le sue aspettative, ma sono consapevole che senza il loro durissimo lavoro per far emergere la sinistra e la città dalla sudditanza politica e psicologica verso la destra padrona di Bari, il mio percorso politico non si sarebbe mai realizzato", sostiene Emiliano.

L'Università

Il saluto dell'Ateneo barese è nelle parole del rettore Stefano Bronzini. Che di Cassano dice: "Aveva un'intelligenza ricca di suggestioni e accompagnava la riflessione. Franco aveva un'intelligenza pronta, anzi aveva qualcosa di più delle persone intelligenti: ragionava con libertà e invitava alla libertà del pensiero. È stato un maestro per tanti, lo è stato per me. La sua amicizia - conclude Bronzini - mi inorgogliva. Ci mancherà".

La politica nazionale

Da Bari a Roma, il mondo della politica e della cultura rende omaggio al sociologo barese. Il segretario nazionale del Pd, Nicola Zingaretti, scrive: "Con la sua scomparsa l'Italia perde uno dei suoi più grandi intellettuali. Dagli anni Settanta a oggi, con lo sguardo acuto e profondo di chi vede lontano, Cassano - rimarca Zingaretti - ha aperto strade nuove al pensiero della sinistra e all'impegno civico e meridionalista per intere generazioni. Perdiamo un punto di riferimento, anche per il Pd, un maestro di avanguardie, ci mancherà moltissimo"

Anche il vicesegretario del Pd e ministro del Lavoro, Andrea Orlando, rende omaggio all'intellettuale barese su Facebook: "Sono addolorato per la scomparsa di Cassano. Lo avevo conosciuto leggendo il suo 'Il Pensiero meridiano', poi da lontano - annota Orlando - l'ho visto protagonista della stagione della Primavera Pugliese e poi la conoscenza diretta nella campagna elettorale del 2013, che l'ha visto capolista del Pd in Puglia e nel suo impegno in Parlamento".

Il ministro torna indietro nel tempo fino agli incontrri con il sociologo in città: "È stato un piacere e un onore, ogni volta che in questi anni sono tornato a Bari, per una riunione o un dibattito, trovarlo in sala ad ascoltarmi, sempre cordiale e affettuoso, anche negli ultimi tempi in videoconferenza sino a che ha potuto. Umile e curioso, Franco Cassano era sempre più interessato ad ascoltare e capire gli altri più che ad apparire. Come intellettuale - aggiunge Orlando - ci lascia un patrimonio culturale importantissimo. Come militante e parlamentare ci ha mostrato che è possibile alzare la testa dalle piccole questioni e dinamiche interne, per rivolgere l'attenzione e provare a capire cosa succede intorno a noi".

L'ultimo saluto

La camera ardente è stata allestita nell'aula magna dell'Università di Bari. Chi vorrà salutare per l'ultima volta il sociologo ed ex parlamentare potrà accedervi - nel rispetto delle norme antiCovid - dall'ingresso di via Crisanzio. Accesso consentito solo a piccoli gruppi di persone, munite dei dispositivi di sicurezza, a partire dalle 19 di martedì 23 febbraio. L'Università fa sapere inoltre di aver organizzato una cerimonia laica per mercoledì 24 febbraio alle 16, che si terrà nell'atrio del Palazzo Ateneo, dove l'accesso è consentito fino all'esaurimento dei 60 posti messi disponibili. La cerimonia sarà trasmessa in diretta streaming sul sito Internet dell'Ateneo (www.uniba.it).