Decine di pneumatici date alle
fiamme, dai quali si levano colonne dense di fumo nero, blocchi
stradali, rabbia: così hanno reagito stamani gli operai dello
stabilimento della Nissan a Barcellona quando si è saputo che
l'impianto sarà chiuso, con la perdita di 3.000 posti di lavoro.
Una doccia fredda, improvvisa, ricordano i media, dopo che il
premier spagnolo, Pedro Sanchez, da Davos, prima della pandemia,
aveva rassicurato che nessuno alla Nissan avrebbe perso il
lavoro. Ma passata l'ondata del coronavirus, che ha duramente
colpito l'industria automobilistica, il colosso giapponese ha
denunciato perdite per 6,2 miliardi di dollari.
La chiusura della fabbrica di Barcellona, secondo un calcolo
del governo spagnolo, potrebbe causare, oltre ai 3.000
licenziamenti, anche 25.000 posti nell'indotto.
L'industria dell'auto costituisce il 10% del Pil della
Spagna, secondo produttore in Europa dopo la Germania.
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