(dell'inviato Tommaso Romanin)
"La cultura definisce il segno
distintivo di ogni comunità ed è tutt'altro che una condizione
statica, immobile, inerte. Perché si nutre di confronto, si
sviluppa nel dialogo e nelle relazioni". E' con queste parole
del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che hanno
preso il via, dal Teatro Regio di Parma, uno dei templi della
musica italiana, le iniziative per la nuova città Capitale
italiana della Cultura per l'anno appena iniziato.
Un discorso breve, ma di tono elevato, preceduto e dunque
ispirato dal Va' Pensiero di Giuseppe Verdi, interpretato dal
coro e dall'orchestra filarmonica intitolata ad Arturo
Toscanini. Due grandi personaggi della storia culturale parmense
che il Capo dello Stato non ha mancato di ricordare come esempi.
Il compositore, "illustre figlio di questa terra" la cui musica
fu "al servizio dell'ideale risorgimentale del nostro Paese". Il
direttore d'orchestra, esule durante il fascismo, "diede un
segno di rinascita al nostro Paese con
il concerto della liberazione per la riapertura della Scala nel
1946".
La cultura è anche, ha aggiunto, "più ricca quando si apre
alla conoscenza e al rispetto delle differenze". Capace di
generare "un patrimonio che rende tutti più ricchi, di umanità
innanzitutto". E da cui deve arrivare un messaggio positivo,
come quello di Stendhal, che proprio nella Certosa di Parma, ha
citato il presidente, scriveva che le gioie degli italiani "sono
più vive e durano più lungamente".
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