La quinta rata del Pnrr è in vista. Il confronto con la Commissione europea, per verificare il raggiungimento degli obiettivi, è partito e l'Italia potrebbe passare all'incasso entro febbraio o al massimo marzo. A scandire le tappe è il ministro per gli Affari Ue, il Sud, la Coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, ricordando al contempo come sia "fondamentale la qualità della spesa" oltre che l'importanza della tempistica.
Sull'importanza del Piano pone l'attenzione anche il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, che indica come la sua gestione e implementazione restino "la priorità del Paese", "un passaggio cruciale per innestare un sentiero di crescita", in uno scenario mondiale complesso e in divenire. Molti fattori infatti "mettono a rischio" l'economia internazionale e quella italiana, avverte Giorgetti, definendo come "decisiva" la grande mole di finanziamenti europei, senza precedenti, messa a disposizione dell'Italia.
Tante le variabili di instabilità ricordate dal titolare di via XX settembre, intervenuto insieme con Fitto all'inaugurazione dell'anno di studi della Scuola di polizia economico-finanziaria: prima la pandemia, poi l'impennata dei prezzi dell'energia e delle materie prime, quindi l'inflazione, fino alle tensioni derivanti dal conflitto russo-ucraino, da quello israelo-palestinese e la crisi nel Mar Rosso. In un contesto simile il Piano nazionale di ripresa e resilienza diventa, ancora di più, un'occasione da non sprecare per sostenere l'economia italiana e parare i colpi che arrivano dai vari fronti di incertezza. Sono 102 i miliardi già incassati complessivamente con il pagamento della quarta rata, ovvero "oltre la metà delle risorse disponibili", ricorda Fitto. Ma a tempistiche e qualità di spesa si sommano altre sfide: "Evitare che i risultati attesi siano compromessi da frodi e sprechi di risorse", ha puntualizzato Giorgetti, sottolineando come "le risorse disponibili a debito innalzino il livello di responsabilità per il loro corretto utilizzo". I segnali di instabilità emergono anche dai dati. A gennaio la stima flash della Commissione europea dell'indicatore di fiducia dei consumatori è rimasta sostanzialmente stabile nell'Ue: -0,2 punti percentuali rispetto a dicembre. Tuttavia è scesa di un punto percentuale nell'area dell'euro, portandosi così a -16,1. L'indicatore resta ben al di sotto della media di lungo periodo.
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