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Il governo prende tempo sul Mes, opposizioni all'attacco

Il governo prende tempo sul Mes, opposizioni all'attacco

'Una presa in giro del Parlamento'.

19 dicembre 2023, 20:58

di Silvia Gasparetto

ANSACheck

La targa della Commissioni Bilancio - RIPRODUZIONE RISERVATA

La targa della Commissioni Bilancio -     RIPRODUZIONE RISERVATA
La targa della Commissioni Bilancio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Nuovo round, nuovo rinvio, nuova lite tra maggioranza e opposizioni. E' un copione che si ripete e probabilmente continuerà a ripetersi anche nei prossimi giorni quello sulla ratifica del Mes. L'ultimo atto ha visto il governo chiedere tempo per rispondere in commissione a una richiesta di Fdi di capire l'impatto finanziario di una eventuale ratifica. Richiesta, già esaudita con una nota del Mef a giugno, che ha scatenato l'ira delle opposizioni perché vista come l'ennesimo tentativo di spostare in avanti il momento della verità. Sempre nell'attesa dell'esito della delicata trattativa a Bruxelles sul nuovo Patto di Stabilità. Che le due partite siano legate, nonostante Giorgia Meloni pochi giorni fa a Bruxelles abbia negato "il link", lo ripetono da giorni gli esponenti della maggioranza e da ultimo lo ha confermato anche il capodelegazione di Fdi all'Europarlamento Carlo Fidanza in una intervista.

Al momento il Mes ha ancora due provvedimenti davanti, nel calendario di Montecitorio, la legge di delegazione europea e la proposta di legge sugli illeciti agroalimentari. In più c'è la tradizionale cerimonia al Quirinale per gli auguri di Natale con le alte cariche per cui è probabile che in capigruppo (prevista mercoledì mattina alle 9) si chieda una sospensione dell'Aula per consentire ai parlamentari invitati di partecipare. E magari che, di conseguenza, si vada lunghi anche giovedì. Di slittamento in slittamento però alla Camera è in arrivo la manovra, con ogni probabilità già venerdì pomeriggio. Che ha tempi strettissimi per essere chiusa entro fine anno evitando lo spauracchio dell'esercizio provvisorio che si potrebbe ripalesare se le opposizioni, già imbufalite per il "teatrino" sul Mes, dovessero mettersi di traverso.

Un timore che circola nella maggioranza che però non avrebbe ancora preso una decisione definitiva sul Mes. Tanto che si starebbe ragionando anche sull'eventualità di chiedere una nuova sospensiva, soprattutto se da Bruxelles arrivasse una fumata nera sul Patto. Nel frattempo le opposizioni denunciano la "presa in giro del Parlamento", dopo che "compatte" in mattinata avevano abbandonato i lavori della commissione bilancio, chiamata solamente a esprimere il parere sulle proposte di legge di Iv e Pd. E che ora si aspettano che almeno giovedì, in coda al resto dei lavori, si arrivi "finalmente" a discutere in Aula della ratifica della riforma del Meccanismo europeo di stabilità.

A innescare la protesta delle minoranze la richiesta da parte della relatrice del parere di Fdi, Ylenja Lucaselli, di chiarimenti sugli "effetti finanziari della riforma del Mes": il governo, per voce del sottosegretario Federico Freni si è riservato di rispondere "domani", come racconta Luigi Marattin, firmatario della proposta di ratifica di Iv. Ma, ricorda, c'era una "apposita nota del Mef" del 21 giugno, per cui "ho chiesto quali delle domande non trovano risposta nella nota di sei mesi fa".

In quella nota, peraltro, il Mef non rilevava effetti negativi per i conti dalla ratifica, anzi, ricordava che la ratifica poteva portare "ad una migliore valutazione del merito di credito degli Stati membri aderenti, con un effetto più pronunciato per quelli a più elevato debito come l'Italia" in quanto "percepita come un segnale di rafforzamento della coesione europea". Ma la "vigliaccheria" del governo mostrata in commissione "va di pari passo con le menzogne della Meloni" incalza anche il M5s che resta in attesa dell'istruttoria di Lorenzo Fontana sulla richiesta di un giurì d'onore per la verifica delle parole della premier in Aula. Una necessità, spiegano ai vertici del partito, anche per difendere la credibilità stessa dell'istituzione, non solo la bontà della condotta di Giuseppe Conte.

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