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Borsa Europa in calo, attesa per la Bce sui tassi

Borsa Europa in calo, attesa per la Bce sui tassi

Londra -0,43%, Parigi -1,15%, Francoforte -1,5%

MILANO, 26 ottobre 2023, 09:33

Redazione ANSA

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Foto di archivio © ANSA/EPA

Foto di archivio © ANSA/EPA
Foto di archivio © ANSA/EPA

La seduta sulle Borse in Europa si apre in ribasso, non solo a Milano (-0,6%). Londra cede lo 0,43%, Parigi l'1,15%, Francoforte -1,5 per cento. Sono sempre le trimestrali a deludere ma ora gli occhi sono puntati alla riunione della Bce in attesa di indicazioni sui tassi

L'inflazione scende come da attese ma nel frattempo nuove nubi si addensano sull'economia dell'Eurozona e non solo: un'altra guerra, e un'altra possibile crisi energetica sui cui la Bce vigila, ha assicurato la presidente Christine Lagarde, dovrebbero spingere la Banca centrale verso la prima pausa del ciclo di rialzi dei tassi, iniziato a luglio 2022. Gli operatori dei mercati la aspettano da settimane e alcuni analisti l'hanno già ribattezzata una "pausa da falco": non solo non escluderebbe altri rialzi, ma darebbe modo di tenere l'attuale picco più a lungo. Inoltre, le banche cominciano a temere che la Bce metta in pausa i rialzi per poter usare un altro strumento anti-inflazione, cioè aumentare le riserve minime che gli istituti dell'Eurozona devono tenere presso la Banca centrale. E' un modo per drenare la liquidità in eccesso dal sistema, che però penalizzerebbe anche gli utili bancari.

La Bce "non ha ancora finito" nella lotta all'inflazione, ha detto Lagarde alla tv greca Antenna tv, ma ha più di una ragione per interrompere già nella riunione di domani ad Atene il ciclo di rialzi più rapido della storia dell'euro. Dieci aumenti consecutivi che hanno portato il tasso di rifinanziamento principale al 4,50%, e quello sui depositi al 4%. L'inflazione a settembre è scesa più delle attese, al 4,3% rispetto al 5,2% di agosto e al 9,9% di un anno prima. Il Pil arranca più o meno in tutta l'Eurozona e i rendimenti dei bond restano sotto pressione, con il decennale italiano risalito al 4,9% e quello tedesco al 2,88%.

Inoltre, le condizioni del mercato del credito si sono inasprite ben oltre le attese nel terzo trimestre, come dimostrano gli ultimi dati Bce sui prestiti a famiglie e imprese, uno dei principali indicatori per le decisioni del board. Tutti elementi che daranno più peso alla posizione delle colombe, visto che anche i governatori più 'centristi', come il francese Francois Villeroy de Galhau, adesso chiedono pazienza dopo gli aumenti consecutivi dei tassi. Rimandando a dicembre ogni decisione, quando la Bce avrà le sue nuove stime su inflazione e Pil.

Assieme alla pausa, però, le banche temono che la Bce decida di aumentare i requisiti di riserva minima (Mrr), cioè l'ammontare delle riserve che le banche dell'Eurozona devono detenere presso Francoforte, attualmente pari all'1% delle loro passività a breve termine. Secondo gli analisti di S&P, aumentare i requisiti, anche solo portandoli al livello storico del 2%, ridurrebbe liquidità e redditività delle banche. La liquidità parcheggiata dalle banche il requisito minimo è pari a 165 miliardi di euro, e non viene remunerata, a differenza del 4% che la Bce paga sugli altri depositi. Alzare di un punto percentuale il requisito farebbe risparmiare alle banche centrali 6-7 miliardi all'anno di interessi e contribuirebbe a ridurre la liquidità complessiva del sistema.

C'è poi un altro tema che i banchieri centrali potrebbero cominciare ad affrontare: l'eventuale interruzione anticipata dei reinvestimenti nell'ambito del programma Pepp, varato per sostenere l'economia durante la pandemia. La Bce deve ridurre il proprio bilancio, dopo aver comprato 1700 miliardi di euro di titoli con il Quantitative easing (Qe). Ma il Quantitative tightening (Qt) non è a rischio zero: si perderebbe infatti la prima linea di difesa sui Btp dei Paesi altamente indebitati, come l'Italia, lasciandoli esposti alla speculazione sui mercati.

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