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Giulia Cecchettin, consigliere veneto attacca la sorella: "Felpa satanica". Ed è bufera

"Società patriarcale? Qui c'è dell'altro" scrive in un commento Fb il politico, augurandosi che le indagini facciano chiarezza

Elena Cecchettin a Diritto e Rovescio
Elena Cecchettin a Diritto e Rovescio
20 novembre 2023 | 13.54
LETTURA: 3 minuti

"Quella felpa con certi simboli satanici (della sorella di Giulia Cecchettin, ndr.) aiuta a capire molto…spero che le indagini facciano chiarezza. Società patriarcale?? Cultura dello stupro?? Qui c'è dell'altro". E' il commento choc che il consigliere veneto Stefano Valdegamberi ha postato su Facebook a proposito della trasmissione di ieri 'Dritto e Rovescio' sull'assassinio di Giulia Cecchettin. "Ho ascoltato le sue dichiarazioni. Posso dire che non solo non mi hanno convinto per la freddezza e apaticità di fronte a una tragedia così grande ma mi hanno sollevato dubbi e sospetti che spero i magistrati valutino attentamente. Non condivido affatto la dichiarazione che ha fatto. Mi sembra un messaggio ideologico, costruito ad hoc, pronto per la recita. Fossi un magistrato partirei da questa intervista la quale dice molto….e non aggiungo altro".

"Basta andare a vedere - prosegue Valdegamberi - i suoi social e i dubbi diventano certezze. Il tentativo di quasi giustificare l'omicida dando la responsabilità alla 'società patriarcale'. Più che società patriarcale dovremmo parlare di società satanista, cara ragazza. Fa parte del copione? Sembra una che recita una parte di un qualcosa predeterminato e precostituito. Forme mi sbaglio ed è solo la mia suggestione. (le foto che pubblico sono tratte dal profilo Facebook della sorella e sono molto significative)".

Polemica sulle parole di Valdegamberi

"Il consigliere regionale, Stefano Valdegamberi, è semplicemente indecente: nutre sospetti sulla sorella di Giulia Cecchettin, Elena, dopo la sua intervista". E' quanto ha detto il co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli. "Secondo lui, sarebbe troppo fredda e apatica, tanto che dovrebbe indagare la magistratura. Sospetti che si trasformano in certezza quando il consigliere visita il sito web della ragazza. In base a quale elemento la magistratura dovrebbe indagare su Elena Cecchettin, sorella di Giulia? Perché fredda? Perché non si veste secondo i gusti del consigliere regionale? Le insinuazioni sono gravissime e per questo presenterò un’interrogazione parlamentare indirizzata alla premier Meloni".

"Sui femminicidi - continua Bonelli - non è ammissibile che esponenti istituzionali possano avere simili comportamenti, pertanto invierò l’interrogazione, contenente le dichiarazioni di Valdegamberi, anche alla Procura per conoscenza. È fin troppo evidente la strategia di accusare Elena Cecchettin in risposta al suo attacco a Salvini, così da screditarla. Ma di fronte a una tragedia come quella del barbaro assassinio di Giulia il consigliere della lista Zaia ha perso l’occasione di tacere e ha dimostrato come, ancora oggi, l’emergenza femminicidi ci coinvolga tutti, a partire dal linguaggio, dal comportamento e dalle decisioni istituzionali”.

"Eccolo lì. È arrivato, di nuovo, Stefano Valdegamberi, consigliere regionale, a sminuire le parole e la denuncia della sorella di una vittima di femminicidio" dice Rachele Scarpa, deputata del Pd. "Nel suo disgustoso comunicato, Valdegamberi mette in discussione l’esistenza di una società patriarcale e della cultura dello stupro. Ma soprattutto commette ancora violenza: è assolutorio, distoglie l'attenzione da ciò che è successo, rompe il silenzio in cui, anche solo per pudore, farebbe meglio a restare. Grazie dunque all'ennesimo ricco maschio bianco, che usa la sua posizione di personaggio pubblico per dare fiato alla bocca e per rafforzare quella stessa cultura che uccide, anziché de-costruirla. Si dimetta immediatamente. Le sue parole inquinano il discorso pubblico e mettono in pericolo tutte noi".

"Un abbraccio a Elena Cecchettin per l’oltraggioso e delirante attacco di Valdegamberi" scrive su X il deputato dem Alessandro Zan, responsabile Diritti del Partito Democratico. "È inconcepibile che al dolore si aggiunga violenza istituzionale per aver ribadito la sacrosanta verità che a quanto pare destabilizza chi alimenta questo sistema tossico patriarcale".

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