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Ancona, incendio al porto. De Micheli: "Esclusi materiali tossici"

16 settembre 2020 | 07.34
LETTURA: 6 minuti

In fiamme capannoni di cantieristica navale (VIDEO). Alta colonna di fumo nero (VIDEO). Ipotesi rogo partito da impianto fotovoltaico. Il Comune chiude scuole e parchi: "Limitare gli spostamenti". "Almeno tre esplosioni, abbiamo pensato subito a Beirut". Un testimone: "Ho creduto di saltare in aria" (VIDEO)

(Fotogramma)
(Fotogramma)

Un vasto incendio è divampato alle 00:30 nella zona del porto di Ancona e ha interessato diversi capannoni di cantieristica navale (VIDEO). Non si registrano vittime né feriti.

Alta la colonna di fumo nero (VIDEO). Cinquanta vigili del fuoco sono al lavoro, per un’operazione che si presenta lunga e complessa. Secondo le stime dei tecnici ci vorranno ancora 24-48 ore per spegnere completamente l'incendio e bonificare l'area del porto colpita. Il rogo è al momento completamente sotto controllo e anche nel focolaio che destava maggiori preoccupazioni le fiamme si sono abbassate. L'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale fa sapere all'AdnKronos che nella vasta area interessata dalle fiamme - parliamo di 100mila mq tra aree coperte e scoperte - ci sono anche zone molto difficili da raggiungere.

DE MICHELI - "La situazione è in via di risoluzione sul fronte emergenziale" ha detto la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli, che oggi alle 15 si è recata al porto di Ancona per un sopralluogo. "Siamo in attesa dei dati sulla condizione dell'aria anche se non risultano attualmente stivate nei magazzini merci che possono determinare tossicità". "Ringrazio i vigili del fuoco come al solito particolarmente efficienti, generosi e disponibili, così come le istituzioni locali capaci già da stamattina alle 7 di coordinare tutti gli interventi necessari. Non appena si saranno concluse le attività sul posto e avremo chiaro il punto della situazione - aggiunge - e l'esigenza sia sul fronte progettuale che economico-finanziario per l’intervento, metteremo a disposizione del porto di Ancona tutto quanto necessario. Un investimento complessivo di 187 milioni tra l’altro è già previsto proprio per il porto e a questi aggiungeremo le risorse che si renderanno necessari".

CHIUSI PARCHI E SCUOLE - Il Comune ha chiuso scuole e parchi. "Attenzione! Dopo il vasto incendio di stanotte all'ex Tubimar al porto, chiusi in via precauzionale tutte le scuole di ogni ordine e grado, le università, i parchi e gli impianti sportivi all'aperto, in attesa delle analisi e delle indicazioni delle autorità sanitarie, dell'Arpam e degli esiti dei sopralluoghi dei vigili del fuoco. Si raccomanda di tenere chiuse le finestre e di limitare gli spostamenti non necessari" ha scritto sulla pagina Facebook il Comune di Ancona.

LE IPOTESI - L'incendio potrebbe essere partito dall'impianto fotovoltaico. E' questa una delle ipotesi al vaglio degli investigatori, a quanto conferma all'Adnkronos una fonte autorevole, che sottolinea anche però come sia ancora "assolutamente prematuro" parlare di ipotesi prevalente, quanto alle cause dell'incendio.

Sull'ipotesi che possa essere stato un cortocircuito a innescare il rogo, "si tratta al momento solo di supposizioni. Le operazioni sono in corso e i vigili del fuoco non si sono ancora sbilanciati" apprende l'Adnkronos dal Porto di Ancona - Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale.

"Non ci sono elementi perché l'incendio si possa considerare doloso e ancora è presto per stabilirne le cause. Per fortuna non ci sono vittime né intossicati" riferisce all'Adnkronos una fonte investigativa.

Il porto di Ancona è operativo, ma risulta chiusa l'area interessata dall'incendio.

I DANNI - Risultano gravemente danneggiati alcuni dei capannoni più colpiti dalle fiamme. A quanto apprende l'AdnKronos, prima di compiere i rilievi per accertare le cause che hanno originato il rogo sarà necessario mettere in sicurezza i capannoni più fragili, provati dall'esposizione prolungata alle altissime temperature raggiunte, consentendo ai tecnici di lavorare senza rischi.

L'incendio al Porto di Ancona ha causato "danni ingenti perché ci sono capannoni distrutti e soprattutto perché in un momento in cui la logistica stava ripartendo dopo il lockdown questo evento rappresenta un danno molto importante, visto che quello spazio ora non è più utilizzabile. Ora ci preme soprattutto la salute pubblica, poi si ragionerà tutti insieme su come sostenere questa ulteriore difficoltà per ripartire. L'impatto è comunque importante: la logistica, in un porto, significa anche movimentazione di prodotti strategici come mascherine e materiale sanitario. E' un danno anche alla produzione di questi materiale strategici". Così, all'AdnKronos, il Porto di Ancona - Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale.

IL QUESTORE - "Da subito la sala operativa della questura ha seguito gli sviluppi della situazione, in particolare sotto il profilo della sicurezza. Immediatamente le pattuglie della polizia di Stato ma anche delle altre forze dell'ordine, che ringrazio per il tempestivo intervento, hanno cinturato la zona in modo che i vigili del fuoco potessero operare in tutta tranquillità e sicurezza" dice all'Adnkronos Giancarlo Pallini, questore di Ancona.

"Diverse persone, nonostante l'ora tarda, erano in giro per la città e si sono recate al porto, incuriosite per vedere da vicino cosa stesse accadendo - aggiunge Pallini raccontando dei primi momenti dopo il rogo - Le forze dell'ordine sono comunque riuscite a tenerle lontane per ovvi motivi di sicurezza". "La zona ora è ben circoscritta e sicura - assicura il questore - La squadra mobile sta lavorando per capire bene l'origine del rogo: attendiamo le indicazioni dei vigili del fuoco che devono bonificare l'intera area e poi si comincerà a lavorare sulle cause di un incendio di questa portata. Bisogna lavorare con cautela e nei tempi giusti".

TESTIMONIANZE - Tra le testimonianze, quella di Carlo Ciccioli, ex deputato FdI e candidato alle regionali, che racconta all’Adnkronos la paura vissuta la notte scorsa nella sua città. “Tornavo dalla presentazione di un libro a Falconara, nella parte nord di Ancona, verso mezzanotte ho iniziato a vedere i primi bagliori dal porto, poi le esplosioni, almeno cinque o sei, prima delle fiamme alte e del fumo” dice Ciccioli.

"Ho visto tutto in diretta, è iniziato come un incendio circoscritto, poi si è allargato terribilmente - racconta - Sono esplosi dei camion coi serbatoi pieni e quel fumo nero che cominciava a offuscare il cielo buio già si portava dietro le gomme dei tir bloccati al porto. Quando sono arrivato a casa ho visto la situazione peggiorare vorticosamente. Era un inferno".

"Almeno tre esplosioni, abbiamo pensato subito a Beirut"

Un testimone: "Ho creduto di saltare in aria" ( VIDEO)

GIALLO SULLE ESPLOSIONI - Ma è giallo sulle esplosioni che si sarebbero sentite nella notte ad Ancona prima dell'incendio e che secondo alcuni, invece, non ci sarebbero affatto state. "Qui c'è un dibattito aperto sulle esplosioni. Qualcuno dice di averle sentite, ma altri smentiscono e dicono che non ci sono state. Noi per esempio non abbiamo sentito nulla. Quello che posso dire è che, a mezzanotte, qui era come se fosse stato giorno", dice all'AdnKronos Paolo Baldoni, Ceo di Garbage Group, azienda di trattamento e smaltimento di rifiuti speciali 'offshore' da anni attiva nel porto di Ancona.

E' qui nel porto, tra l'altro, che 'nascono' i Pelikan, i battelli 'spazzini della Garbage, ma "non sembrano esserci danni alle imbarcazioni che erano in costruzione, anche se i rilievi sono in corso, ma l'intero opificio sì, è stato colpito dall'incendio. Il cantiere sarà inagibile non so per quanto e avremo dei ritardi".

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