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Siria, perché Assad va in soccorso ai miliziani curdi7Foto© ilsole24ore.com

Siria, perché Assad va in soccorso ai miliziani curdi

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Stanno qualche ora in fila, attendono pazienti. Salvo poi venire ricacciati indietro con i bambini, le valigie troppo grandi, le mogli troppo coperte che sudano copiosamente sotto il sole ancora caldo di metà ottobre, l’aria secca, le sporte di vestiti pesanti. «Partono adesso quelli di noi che in passato hanno combattuto contro il regime di Bashar Assad, oppure i giovani renitenti alla leva.

Non vogliono essere costretti nelle unità di punizione dell’esercito nazionale siriano, mandate subito a combattere e morire in prima linea contro i turchi», confida un quarantenne dall’aria distinta. Lascia capire di essere un alto esponente dell’intelligence di Rojava, ma si mette in coda paziente come tanti altri.

Il centinaio di chilometri di viaggio dalla città di Qamishli al confine di Semalka sul Tigri rivela la profondità del dramma che sta traumatizzando i curdi siriani. In passato questa regione collinosa, verde, puntellata di pozzi petroliferi, è sempre stata considerata una delle più stabili per le decine di villaggi a popolazione quasi totalmente curda.