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Saman disse, 'torno in comunità, ma non in Pakistan'2Foto© bologna.repubblica.it

Saman disse, 'torno in comunità, ma non in Pakistan'

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«Sono disposta a tornare in comunità, non in Pakistan». Sono le ultime parole di Saman Abbas agli inquirenti, il 22 aprile, pochi giorni prima di sparire. Così la diciottenne rispose ai carabinieri quando, alla fine di un'audizione, le chiesero se aveva altro da aggiungere a quello che aveva appena finito di denunciare.

E cioè che il padre stava trattenendo indebitamente i suoi documenti, che la famiglia del suo fidanzato, connazionale, aveva ricevuto minacce in patria e che i suoi genitori persistevano nel proposito di farla sposare, contro la sua volontà, a un cugino, anche in questo caso in Pakistan.

Della 18enne si è persa ogni traccia dalla notte tra il 30 aprile e il primo maggio quando si ritiene che sia stata uccisa dallo zio Danish Hasnain, con la collaborazione dei cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, d'intesa con i genitori, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen. Tutti sono latitanti, eccetto Ijaz che è stato arrestato in Francia il 21 maggio.