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Primo Maggio senza festa né lavoro8Foto© bologna.repubblica.it

Primo Maggio senza festa né lavoro

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BOLOGNA. La festa del Lavoro senza il lavoro. È un Primo Maggio di sofferenza, senza piazza e senza pienone ai concerti, con oltre 500 mila lavoratori verso la cassa integrazione e interi settori congelati dalla pandemia, le cui massicce chiusure Stefano Bonaccini spera di poter sbloccare prima del governo.

«Se guardo i dati di Prometeia, che ci avrebbero dato per il sesto anno primi in Italia, sento una coltellata allo stomaco — ammette il governatore — . Ma conosco gli emiliano- romagnoli e la loro determinazione. E ho fiducia che qui, se ci lasciano ripartire, i posti di lavoro che abbiamo perduto li andiamo a recuperare uno a uno».

Bonaccini insiste, perché a pochi giorni dal 4 maggio, quando rientreranno al lavoro mezzo milione di emiliano-romagnoli per la Fase 2, a rischio ce ne saranno ancora, secondo le stime dell’assessore regionale al Lavoro Vincenzo Colla, circa 350 mila. Un quadro fosco, cui s’aggiunge un calendario della ripartenza fissato dal governo che non piace affatto al presidente.