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La gran storia di Teresa Bellanova

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Da quando è iniziato a circolare il suo nome come possibile ministra del prossimo governo, e in particolare da quando ha giurato ieri come ministra dell’Agricoltura, Teresa Bellanova è stata molto criticata da giornali, commentatori ed elettori di destra e centrodestra, che l’hanno accusata di non essere all’altezza del ruolo che le è stato assegnato poiché il suo unico titolo di studio è una licenza media. Altri sono arrivati anche a criticarne l’abbigliamento alla cerimonia del giuramento.

L’intero Partito Democratico e molti altri esponenti politici, sui giornali e sui social network, l’hanno difesa: Bellanova infatti è una politica di grande esperienza, fa parte del Parlamento da oltre dieci anni, è stata sottosegretaria e viceministra e ha ricoperto importanti incarichi di partito. Ma soprattutto è stata per decenni una forte sindacalista del settore agricolo e tessile, e ha lottato a lungo contro il caporalato; oggi ha posizioni più liberali che in passato e vicine alle preoccupazioni delle aziende.

Bellanova è nata a Ceglie Messapica, in provincia di Brindisi, il 17 agosto del 1958. Quando aveva 14 anni, appena concluse le scuole medie (fino agli anni Ottanta la scuola era obbligatoria solo per 8 anni) iniziò a lavorare come bracciante agricola. All’epoca la sua città era nota come una delle “capitali del caporalato” pugliese e Bellanova divenne una delle migliaia di giovani donne che per pochi soldi lavorano nei campi che circondavano la città, dove si coltivavano olivi, viti e mandorli.