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Call center droga a Roma, c’è anche complice killer Luca Sacchi4Foto© adnkronos.com

Call center droga a Roma, c’è anche complice killer Luca Sacchi

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"Ciao bello\a sono Lele di San Basilio siamo stati fermi per un po’ a causa del Covid19 comunque da domani alle 14 fino alle 2 di notte risaremo attivi con amichetti a 30 e (mani o tmax a 230) disponibili a raggiungerti dove sei siamo tornati al top top chiamami un abbraccio Lele". È questo il messaggio inviato ai clienti dai baby pusher di San Basilio alla fine del lockdown.

In sette avevano messo su un vero e proprio "call center" della droga con consegne a domicilio in tutta Roma rivoluzionando il sistema delle piazze di spaccio. Tra loro c’è anche uno dei due killer di Luca Sacchi, Paolo Pirino, il ventiduenne che si trova in carcere per l’omicidio del giovane all’Appio Latino. Assieme a Samuel Billocci, diciannove anni, e al fratello Manolo, 22, avevano creato una rete definita dal Gip "estremamente efficace, sia nell'ottica di facilitare la domanda che di ridurre i tempi e i passaggi al fine di soddisfarla, ma anche di minimizzare i rischi".

Tutto era gestito attraverso un centralino attivo ogni giorno dalle 14 alle 2 di notte. Gli ordini arrivano via telefono o whatsapp. "Un amico" e "una mano" le parole d’ordine che venivano usate per indicare rispettivamente una dose di cocaina o cinque grammi della stessa sostanza stupefacente. La consegna avveniva grazie a dei "pony express", per la maggior parte ragazzi in difficoltà economiche che si mettevano al servizio del gruppo in cambio di qualche grammo di polvere bianca.