Addio allo stilista Emanuel Ungaro
Attraverso i sogni e le memorie del passato, Emanuel Ungaro cercava di anticipare il futuro, di andare incontro ai desideri delle donne traducendo gli abiti in emozioni. Gonne cortissime a pois da portare con stivali inguinali, caban colorati in jersey abbinati a lunghi blazer oro e abiti in maglina di seta, con puzzle di fantasie floreali che accarezzavano e fasciavano le curve.
(«Così, appena fuori dall’ufficio le signore toglieranno la giacca rivelando un bel vestito. E saranno pronte per andare a cena», sosteneva). Tutto condito da quel tocco di seducente femminilità che è stato il filo conduttore dello stile mutuato da Emanuel Ungaro.
Lavorava in camice bianco, come un chirurgo dell’eleganza, vezzo che solo i sarti della sua generazione hanno conservato. E disegnando ascoltava brani d’Opera e di musica classica che lo ha sempre influenzato. «Il mio sogno è fare abiti con gli stessi ritmi e le stesse armonie dei quartetti d’archi di Beethoven».